Nicola Zanella
Leggi i suoi articoliRivolto a tutti i fotografi attivi in Italia, il Premio Driving Energy Fotografia contemporanea | Terna ha come tema quest’anno «La via dell’Invisibile», che invita i partecipanti a riflettere su ciò che non è visibile ma che pur produce effetti concreti. Per Terna, il più grande operatore indipendente di reti per la trasmissione di energia elettrica in Europa, l’invisibile è l’energia elettrica e sempre più invisibili sono le infrastrutture che la trasmettono. Ne parla Marco Pisciottani, Coordinatore del Premio Driving Energy, Terna.
Ci racconti del premio Driving Energy? Perché è nato?
Il Premio Driving Energy è un concorso di fotografia, gratuito e aperto a tutti in Italia: professionisti e autori affermati, ma anche dilettanti, studenti, giovani, e ogni altra persona che, a vario titolo e in diversi modi, è appassionata d’arte fotografica e ama esprimersi attraverso essa. È un Premio giovane, nato solo due anni fa ed è stato ideato e sviluppato da Terna, l’Azienda che gestisce la rete elettrica di trasmissione in Italia e trasmette l’energia elettrica a tutto il Paese.
È nato per due motivi principali: primo, perché Terna ha voluto segnare in modo forte il ritorno nel settore della promozione culturale; secondo, perché sappiamo che in Italia l’arte fotografica, più di altre discipline all’interno del sistema contemporaneo delle arti, ha bisogno di supporto. Ecco perché diciamo che il Premio Driving Energy è un altro modo di trasmettere energia al Paese.
Le due edizioni precedenti come sono andate? Quali sono stati i motivi di maggior soddisfazione?
Molto bene, forse anche al di sopra delle aspettative. Vero è che in questi due anni abbiamo lavorato molto al Premio e probabilmente l’impegno ha generato da subito risultati alti per quantità e qualità, che, francamente, non ci aspettavamo: oltre 4.000 iscritti da tutta Italia, con una sorprendente capillarità (hanno partecipato tutte le Province del Paese) ed estensione generazionale e urbana dai 18 agli 89 anni, dai piccolissimi centri alle grandi città. Forse il motivo di maggior soddisfazione è nel senso di questi ottimi risultati: se in soli due anni il Premio ha fatto tanto, evidentemente è anche perché nel Paese c’è bisogno di sostenere la fotografia.
Ci racconti il tema di quest’anno? Un tema enigmatico visto che si parla di arti visive, quasi un ossimoro!
Sì, il tema è volutamente enigmatico, forse può sembrare provocatorio. Chiamare la fotografia, arte visiva per eccellenza, a pronunciarsi sull’invisibile è una sfida, naturalmente dal punto di vista creativo, artistico e intellettuale. Immaginiamo comunque che, per i fotografi, La via dell’invisibile riguardi diversi ambiti: rimanda al vasto mondo dell’interiorità, a cui sempre attinge l’artista per trovare i materiali della propria espressione; allude all’arte come «percorso sapienziale» (per questo è una via). Si presenta anche come spunto paradossale: l’attenzione è su ciò che non si vede eppure produce effetti visibili, come i valori e le emozioni. Il tema del Premio è anche uno spunto per raccontare al grande pubblico, in modo semplice e speriamo efficace, il nostro impegno a minimizzare l’impatto degli elettrodotti sull’ambiente: gli interventi di Terna sono sempre più invisibili agli occhi delle persone, da qui il collegamento con il tema di questa edizione.
Convinca i nostri lettori a partecipare numerosi!
A un Premio d’arte si partecipa per tanti motivi: possiamo elencare i principali che vengono dai partecipanti con cui abbiamo parlato in questi due anni. C’è chi ha partecipato per i riconoscimenti economici e chi per la visibilità, le due promesse principali del Premio. C’è chi partecipa per mettersi alla prova e chi per la possibilità di esporre il proprio lavoro a Palazzo delle Esposizioni Roma. Oppure per la stima verso il Curatore Marco Delogu, che negli anni molto ha fatto per l’arte fotografica in Italia; o ancora per i membri della Giuria. Per altri è stato decisivo il tema, come nel 2023 Elogio dell’equilibrio. Sempre nel 2023 con gli studenti ha funzionato la novità del Comitato d’Onore (che riproponiamo nel Premio 2024): i cinque vincitori del 2022, come giuria temporanea, hanno assegnato il premio per gli studenti, la Menzione Accademia. L’idea che il proprio lavoro venisse esaminato, oltre che dalla Giuria, anche dall’occhio artistico del Comitato d’Onore, ha convinto molti giovani autori a partecipare.
Allargando lo sguardo, quali sono i benefici per un'azienda come Terna, con una mission lontana dal settore artistico, nel proporre un premio dedicato alla fotografia contemporanea?
Il Premio Driving Energy aiuta a far conoscere le attività e i valori di Terna. E lo fa nel modo più congeniale alla sua vocazione, perché è un progetto basato su dialogo e inclusione sociale. Dialogo che Terna incoraggia anche al suo interno: il Premio infatti coinvolge anche la popolazione aziendale, sia come partecipanti, sia come «Giuria più grande d’Italia». In entrambi i casi il fulcro della partecipazione è il portale TernaCult, una piattaforma di contenuti culturali sviluppata interamente in house e dedicata alle nostre persone. Sul Portale i colleghi di Terna potranno visionare in anteprima le opere finaliste e votare la loro preferita, assegnando così il riconoscimento Opera più votata da Terna. Sempre sul Portale realizzeremo la galleria digitale dedicata ai lavori fotografici inviati dai colleghi, che anno dopo anno partecipano sempre più numerosi al Premio.
Più in generale, perché, secondo lei, per un’azienda è giusto legarsi a progetti culturali?
Perché la cultura alimenta la parte migliore dell’essere umano: è inclusione sociale, cioè energia che può unire le persone; è evoluzione individuale, cioè energia che sostiene la crescita della persona. Promuovere la cultura è oggi una necessità, e in un certo senso un dovere. C’è molto di questo spirito nella scelta che ha portato Terna a riprendere la promozione della cultura in generale, e l’impegno nel sostenere la fotografia in particolare.
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