Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

La pennellata più lunga della storia della pittura

Guglielmo Gigliotti

Leggi i suoi articoli

Il Catalogo ragionato delle opere di Mattia Moreni, pubblicato da Silvana Editoriale e curato da Enrico Crispolti, è non solo la ricognizione completa dei dipinti realizzati in vita dal pittore nato a Pavia nel 1920 e morto a Ravenna nel 1999, ma anche la riconsiderazione di un modus operandi e di un modus vivendi oggi non più in auge.

Mattia Moreni Catalogo ragionato delle opereÈ un libro non solo su un pittore, ma su un mondo. In quel mondo scrivevano di Moreni, come denuncia il regesto critico che precede ciascuna delle sette sezioni cronologiche e operative, Francesco Arcangeli, Michel Tapié, Pierre Restany, Maurizio Calvesi, Renato Barilli, Dino Buzzati, Giulio Carlo Argan, Claudio Spadoni, Luciano Caramel, Amnon Barzel, tra gli altri. E in quel mondo un pittore alla sua prima personale (Moreni nel 1946 alla Galleria La Bussola di Torino), presentato in catalogo da Carlo Mollino, veniva recensito da Italo Calvino su «Agorà», da Lalla Romano su «Il Mondo», da Guido Seborga su «l’Unità» e da Albino Galvano su «La Stampa». Scrittori, architetti, artisti, in quel mondo, costituivano un unico gruppo sociale di mutua incentivazione e reciproca comprensione. Si cresceva insieme, e Moreni crebbe molto. Dopo un esordio nel figurativo e una prima stagione postbellica all’insegna del Neocubismo, lungo gli anni ’50 l’artista venne ad affermarsi tra i protagonisti dell’Informale europeo, subito intercettato da Tapié, che lo presentò nel ’55 alla prima personale parigina, introducendo l’anno successivo la sua sala nel catalogo della Biennale di Venezia.

La Biennale del ’56 segna anche il primo contatto esegetico dell’allora 23enne Crispolti con il pittore, in un articolo sulla rassegna veneziana apparso su «Nuova Repubblica». Ne seguiranno numerosi altri, in riviste, libri e cataloghi, lungo tutta la vita dell’artista, determinando una di quelle relazioni virtuose della vita culturale, che caratterizzano il mondo di cui sopra. Altri rapporti privilegiati di amicizia e condivisione con critici d’arte furono quelli con Renato Barilli, Claudio Spadoni e Giorgio Di Genova. Indicativo in tal senso è il volume uscito nel 2012, per Campanotto editore e per la cura di Nicola Micieli, Il falegname e lo scribacchino. Moreni-Di Genova. Lettere 1972-83 (cfr. n. 324, ott. ’12, p. 30) . Negli anni di questo carteggio, Moreni, cooptato nel ’52 nel gruppo degli «Otto pittori italiani» di Lionello Venturi e annoverato da Francesco Arcangeli tra gli «ultimi naturalisti», era già assurto all’apice della sua notorietà internazionale, grazie al ciclo delle «Angurie» (’64-77), con cui era approdato su lidi, per dirla con Crispolti, di «emblematica iconicità».

Le «Angurie», seguite dalle «Pellicce», nacquero a Parigi, dove Moreni era andato a vivere nel ’56, rimanendovi fino al ’66 e abitando in ambienti del vecchio Moulin Rouge. È lì che lo va a trovare Enrico Crispolti nel ’59, accompagnato dall’allora ventenne Fabio Sargentini. Tra le dichiarazioni del carismatico artista ascoltate dal critico e dal gallerista in erba, quella di essere autore della più lunga pennellata della storia della pittura occidentale. Moreni era così. Espressionista nella pittura, nelle parole, nelle idee. Negli anni ’80 il ciclo della «Regressione della specie», seguito dagli «Autoritratti» (’85-86) e dagli «Humanoids» (’95-99) sono ispirati a un pessimismo illuminato che fanno di Moreni uno dei più lucidi, apocalittici e al contempo originali testimoni della crisi dell’uomo e, come recita il titolo di una sua mostra del 1981, della «fine dell’umanesimo».

Mattia Moreni. Catalogo ragionato delle opere. Dipinti 1934-1999
a cura di Enrico Crispolti
900 pp., ill. colori
Silvana Editoriale, Cinisello Balsamo 2016
€ 350,00

Guglielmo Gigliotti, 22 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Nella Keats-Shelley House progetti architettonici, incisioni e opere d’arte contemporanea illustrano la storia del capolavoro urbanistico in Piazza di Spagna a Roma

Una mostra nel Palazzo Bellomo di Siracusa presenta le meditazioni fuori dal tempo del fotografo

Guidati da Oscar Tuazon, altri 12 artisti internazionali espongono sculture, dipinti, installazioni, video e fotografie ispirati all’acqua

Alla Galleria d’Arte Moderna di Roma tre personalità di spicco della pittura novecentesca italiana in due allestimenti

La pennellata più lunga della storia della pittura | Guglielmo Gigliotti

La pennellata più lunga della storia della pittura | Guglielmo Gigliotti