Vista d’insieme della mostra da Tucci Russo Chambres d’Art

@ Tucci Russo Chambres d'Art Torino

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Vista d’insieme della mostra da Tucci Russo Chambres d’Art

@ Tucci Russo Chambres d'Art Torino

La multiforme ricerca di Marisa Merz

Doppio omaggio torinese, da Tucci Russo Chambres d'Art e da Giorgio Persano, ad un’artista la cui multiforme ricerca è rimasta al di fuori di categorie e movimenti

Sembra sempre di conoscerle le opere di Marisa Merz ((Torino,1926 – 2019). Eppure, ogni volta, nell’incontro, i suoi segni, le sue forme disegnate, modellate, tessute appaiono diverse, in una metamorfosi continua, corpi viventi di identità soggette a umori, temperie, ricordi, eventi vicini e lontani, loro e dello spettatore. Marisa Merz, ormai riconosciuta una protagonista assoluta dell’Arte povera, ma in realtà fuori da categorie e movimenti, diceva sempre che le sue opere erano aperte, mai finite, un continuo divenire, un flusso di osmosi e rinascita, rigenerazione. Qualcosa che ha a vedere con l’alchimia, con l’energia che sottende la vita, tutti gli elementi insieme, un sistema interdipendente, di luce, e ombra, che si specchia e riflette in circolo.

Il tempo, infatti, non esiste nella sua poetica, così come lo spazio: si tratta di essere artista nell’attimo presente. Per lei vita e arte combaciavano in un’unica soluzione di continuità, lo studio era la casa dove coabitava con le opere, parti di sé, da cui si staccava con difficoltà, necessarie e amate.  I singoli lavori non hanno data nè titolo, ma si fondono in un racconto corale aperto che vive l’istante come irripetibile. Questa è la poesia struggente ed enigmatica che pervade il suo lavoro, dotata di una saggezza antica, sacrale, eppure contemporaneamente argentina e fresca, come di infanzia e di nascita. Volti appaiono, affiorano qua e là, sul limitare poroso di dimensioni parallele, lungo squarci nella dimensione del tempo e dello spazio che viaggiano dalla terra alla luna e poi oltre, verso il cosmo. 

Volti di creature aliene, angelicate, dai lineamenti evanescenti. Ritratti di divinità, di esistenze passate, con tracce di storie dell’arte sparse, stratificate. Totem magici di una femminilità multispecie dalla purezza chirurgica e cristallina, a cui forse si avvicinarono i ritratti-non ritratti di Gino De Dominicis. Il suo tratto nella pittura e nel disegno, il suo segno sulla materia, è soffuso in note di una sinfonia che si diffonde libera nell’aria senza mai fermarsi in una traccia definita e finita. Un’impronta primaria e fondativa che germina in percezioni immateriali, l’azione divina dell’artista che è tramite di un altrove che non cerca né dà spiegazioni.

Dopo molti omaggi istituzionali, due gallerie torinesi presentano una mostra condivisa tra le loro due sedi, Tucci Russo Chambres d'Art e Giorgio Persano, che inaugura il 28 ottobre (sino al 24 febbraio) e rappresenta una chicca per il pubblico di che accorrerà durante la settimana delle fiere, con Artissima in primo piano. Molti disegni su carta, qualche piccola tela e due grandi dipinti. Insieme, una serie di testine scultoree in argilla cruda, a volte lasciata grezza, altre dipinte di azzurro, d’oro.

In collaborazione con la Fondazione Merz, l’esposizione unisce diversi spunti e ricordi, evoca amicizie come quella che legò Marisa Merz e Nicola De Maria, che da Giorgio Persano, in un altro spazio della galleria, presenta un progetto nuovo, «Estate irrealistaaa», voluto proprio in concomitanza dell’omaggio a Marisa. Così, rinascono progetti rimasti nell’aria, come l’idea di Tucci Russo di realizzare una personale insieme, ora concretizzata da Lisa Tucci in quello che diventa un doppio omaggio.

 

Olga Gambari, 26 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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La multiforme ricerca di Marisa Merz | Olga Gambari

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