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La meteora, il souvenir e l’anaconda

Silvano Manganaro

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Il legno, materiale povero e abbondante, ha avuto, fin dai primordi dell’umanità, una funzione fondamentale: era materiale da ardere ma anche medium da incidere e scolpire.

Una mostra ospitata sino al 22 marzo dalla Galleria L’Attico, mette paradossalmente in connessione (e in contrasto) queste due anime.  Lo «stuzzichevole» titolo (come lo definisce lo stesso Fabio Sargentini) è infatti «Arte da non ardere», un’efficace allitterazione ma anche un monito, nonché il riferimento al medium utilizzato in tutte le opere esposte.

La rassegna si apre con uno sportello di granaio africano, una sorta di souvenir parigino che, negli anni, ha conservato per Sargentini un fascino e un legame tutti particolari.

Rapporto affettivo che il gallerista dichiara esplicitamente anche nelle altre opere scelte: «Meteora», uno dei primi legni di Nunzio risalente al 1986; «Pastorale» di Hidetoshi Nagasawa del 1974 e un trittico su tavola di Piero Pizzi Cannella datato 1991.

Su un versante più pop e canonicamente figurativo, è esposta un’opera di Stephan Balkenhol, così come quella di Luigi Puxeddu (noto per i suoi grandi animali monocromi) che, in questo caso, espone un grande anaconda fissato alla parete.

Silvano Manganaro, 15 febbraio 2016 | © Riproduzione riservata

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La meteora, il souvenir e l’anaconda | Silvano Manganaro

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