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La città del leone sott’acqua

È Shi Cheng, una meraviglia archeologica nascosta dal lago Qiandao nel 2001

La scoperta è avvenuta nel 2001 ed è ancora in corso. A poco a poco riemerge una storia nascosta per 54 anni dalle acque del lago Qiandao, 400 km a sud di Shanghai, 145 dalla grande città industriale di Hangchow (4 milioni di abitanti), non lontano dalla costa sudorientale della Cina. Riappaiono le immagini di una meraviglia archeologica subacquea: un’intera città vecchia di 1.400 anni chiamata Shi Cheng, in cinese «città del leone». Fino agli anni ’50 del ’900 era abitata, intatta con i suoi monumenti, le antiche mura, i templi, le case, nella valle fertile del fiume Xin’an. Per secoli è stata la capitale della provincia agricola dello Zhejiang. Subito dopo la rivoluzione di Mao del 1949, la nuova Cina ha avuto bisogno di energia per le sue fabbriche. Ha avuto così inizio la costruzione di una grande quantità di dighe, sempre più gigantesche, che hanno interrotto il corso dei grandi fiumi cinesi.

Ed è una politica che ancora continua. Lo Xin’an, che scorre tra profonde gole fino alla confluenza con il Fuchan, venne così sbarrato per realizzare un’importante centrale idroelettrica che dà energia alla nuova capitale provinciale Hangchow. Nel 1959, terminati i lavori, un lago lungo 100 km e largo 30, coprì con le sue acque i campi e l’intera valle. Nessuno lo seppe, il mondo chiuso del comunismo cinese non divulgò la notizia. Finirono sott’acqua Shi Cheng e centinaia di piccoli villaggi: 290mila persone, quasi tutti contadini, furono obbligati a trasferirsi altrove. Se ci furono proteste nessuno lo seppe.

La «scoperta» archeologica subacquea del 2001 è stata dunque conseguenza di un’altra scoperta: l’importanza del turismo per una Cina nella quale una nuova classe media di milioni di cittadini ha voglia di benessere e di vacanza. Una meta ambita sta diventando proprio il lago Qiandao con le sue 1.078 isolette coperte di boschi: sono le cime pittoresche delle colline sommerse nel 1959. Nel 2011 ci furono le prime esplorazioni sistematiche della città in fondo al lago. Prima i subacquei locali, poi quelli della Chinese National Geography cominciarono a immergersi, a fotografare e a tracciare le prime mappe delle strade lastricate in fondo al lago, a individuare i percorsi e la struttura delle mura, a studiare templi, porte monumentali, abitazioni. Tutto appare in uno stato di conservazione stupefacente: le sculture in pietra, la diffusa decorazione a bassorilievo della mura, perfino il legno delle travi e le scale di case e palazzi.

Oggi è chiaro agli archeologi cinesi che la città, fondata duemila anni fa al tempo della dinastia Han, è cresciuta a partire dal periodo Tang (600 d.C.) e si è sviluppata fino alla fine del 1700. Shi Cheng viene esplorata con molta lentezza tra notevoli difficoltà anche perché l’acqua che avvolge gli edifici sommersi a 25-40 metri di profondità è assai torbida: a 28 metri il buio è totale e anche con l’aiuto di fari subacquei la visibilità non supera i due metri. Nel 2012 il Governo ha deciso una protezione integrale per la città affondata e per il suo ambiente.

Un’impresa italo-cinese, la Sijlab, sostenuta da esperti delle Università di Napoli e di Milano, aveva progettato un ponte di Archimede, cioè un tunnel subacqueo con oblò, ancorato al fondo e sospeso a mezz’acqua, per attraversare il lago. Per ora l’opera è bloccata da problemi economici. Tre anni fa è stata anche finanziata con 6 milioni di dollari la costruzione di un sottomarino lungo 23 metri per portare 48 passeggeri a osservare i tesori subacquei del lago. Ma anche questa iniziativa è ferma. Le uniche attività consentite sono le spedizioni subacquee di alcune agenzie turistiche (la più importante ha sede a Shanghai) che organizzano week-end con esplorazioni sulla città sommersa per sub esperti. Intanto, sulle rive del lago si costruiscono case e villette di vacanza e il turismo si sviluppa rapidamente lungo le incantevoli rive boscose del lago Qiandao. 

Tina Lepri, 20 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

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