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Tina Lepri
Leggi i suoi articoliÈ ancora inserito in molti pacchetti turistici per i visitatori in arrivo a Roma dall’8 dicembre quando, con l’apertura della Porta Santa, iniziano le celebrazioni del Giubileo della Misericordia. Ma per loro e per i milioni di pellegrini, il Museo della Civiltà Romana all’Eur resta inagibile, chiuso: degradato da antiche e recenti infiltrazioni d’acqua che invadono le sale. La grande struttura dell’Eur, con migliaia di capolavori archeologici dell’ex Museo dell’Impero Romano oltre a calchi e rilievi di parte di edifici a grandezza naturale (complessi architettonici di Roma e delle Province imperiali), è stato chiuso nel gennaio del 2014 «per motivi di sicurezza». «Chiusura temporanea», avvisarono allora dal Comune, proprietario del museo. Si dovevano riqualificare alcune sale, mettere a norma gli impianti ed eliminare le barriere architettoniche. In realtà a tempo di record, a marzo, i fondi per i lavori furono sbloccati e subito pubblicato il bando di gara a cui parteciparono 130 imprese. La vincitrice non aveva i documenti in regola e si passò alla seconda ditta. Qui inizia un calvario ben noto: l’impresa eliminata fa ricorso al Tar con immediato stop ai lavori fino alla sentenza attesa nei prossimi mesi. Nel frattempo però qualcuno si accorge che i lavori sono molto più ampi di quelli previsti: la ristrutturazione del museo riguarderà altri spazi dell’immenso edificio. Per terminare i lavori ci vorranno almeno due anni: ma oggi nessuno sa quando inizieranno. Sembra anche svanire la promessa di far diventare l’Eur, con i suoi monumenti, molti in cattivo stato affacciati su una piazza sporca e degradata (Museo delle Arti e Tradizioni Popolari, Museo Nazionale Preistorico Etnografico Pigorini), un significativo polo culturale della città. Ad aggravare la situazione insieme con il Museo della Civiltà Romana è stato chiuso anche il moderno e funzionale Planetario di Roma (con strepitosa cupola di 14 metri) inaugurato nel 2004 proprio in una parte rinnovata del Museo della Civiltà Romana. Un gioiello per la capitale che non ha più avuto un vero Planetario dopo quello storico, ospitato dal 1928 nella Sala della Minerva, alle Terme di Diocleziano, e chiuso da vent’anni.
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