«Autunno» (1904-1905) di Adolfo del Carolis. © MiC, Galleria Nazionale delle Marche. Foto Claudio Ripalti

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«Autunno» (1904-1905) di Adolfo del Carolis. © MiC, Galleria Nazionale delle Marche. Foto Claudio Ripalti

La Galleria Nazionale delle Marche apre i depositi

Nel 2024, per l’anno di Pesaro Capitale della Cultura italiana, una mostra di Federico Barocci e nel 2025 tocca a Simone Cantarini

Le opere conservate nei depositi hanno un valore non solo intrinseco, ma anche strettamente connesso alla memoria del museo e delle sue collezioni, delle acquisizioni, donazioni e delle scelte espositive che esso compie: la museologia contemporanea ha affrontato questo tema proponendo al pubblico depositi visibili (visible storage), depositi aperti (open storage), esposizioni a rotazione programmata e depositi condivisi.

In linea con queste tendenze, la Galleria Nazionale delle Marche di Urbino ha progettato la mostra «L’altra collezione. Storie e opere dai depositi della Galleria Nazionale delle Marche», a cura di Luigi Gallo, Valentina Catalucci e Andrea Bernardini e allestita nel cosiddetto Appartamento degli Ospiti, al piano terreno del Palazzo Ducale, dal 5 ottobre al 5 maggio 2024 (catalogo Electa).

L’esposizione, articolata nell’allestimento curato dall’architetto Marco di Nallo che, tramite l’uso delle griglie metalliche, evoca le strutture proprie dei depositi museali, è organizzata per nuclei tematici (i ritratti, i paesaggi) e tipologici (le pale d’altare) e propone opere di artisti come Antonio Cimatori detto Visaccio («Madonna col Bambino in gloria e i santi Francesco, Agostino, Giovannino ed Elisabetta detta Madonna di Sant’Agostino», post 1598), Francesco Mancini («Cristo in gloria con i santi Clemente e Ignazio di Antiochia»), Giovanni Andrea Lazzarini («Battesimo di Cristo» con aggiunte di Francesco Antonio Rondelli), Pier Leone Ghezzi, Simone Cantarini, Giovan Francesco Guerrieri, Francesco Podesti («Ritratto di Marianna Ottavia Casaretto», 1823), Adolfo De Carolis («Autunno», 1904-05) e molti altri.

«Ripensare i depositi e più in generale la sicurezza dei musei significa offrire una voce sempre aggiornata al nostro patrimonio architettonico, archeologico, storico artistico, archivistico e librario, fatto di stratificazioni di simboli e valori che ratificano il suo valore identitario, per trasmetterlo intatto alle prossime generazioni», sottolinea Luigi Gallo, direttore della Galleria Nazionale delle Marche.

La mostra, che è stata preceduta da un intervento di messa a norma dei depositi e da un monitoraggio sulle opere, in parte sottoposte, per l’occasione, a interventi di manutenzione straordinaria e restauro svolti dal laboratorio interno alla Galleria, diretto da Giulia Papini e Francesca Graziosi, inaugura una serie di eventi di carattere museologico ed espositivo programmati fino al 2026.

Agli inizi del 2024, infatti, sarà riaperto l’Appartamento della Jole, seguito da una nuova stagione di mostre, focalizzate sull’arte marchigiana del Seicento: la prima è «Federico Barocci. Urbino, 1535-1612» (a cura di Luigi Gallo e Anna Maria Ambrosini Massari) che si inaugurerà il 23 giugno 2024, per l’anno di Pesaro Capitale della Cultura italiana 2024; la seconda, nel 2025, è dedicata a Simone Cantarini, che nasce proprio nell’anno della morte di Federico Barocci, cui dovrebbe seguire quella sul raffinato pittore Giovan Francesco Guerrieri, con un capitolo dedicato alla figlia, la poco nota pittrice Camilla. Infine per il 2026 si sta riflettendo sulla realizzazione di un evento culturale ad ampio raggio territoriale incentrato sulla dinastia Della Rovere.

«Autunno» (1904-1905) di Adolfo del Carolis. © MiC, Galleria Nazionale delle Marche. Foto Claudio Ripalti

«Cristo in gloria con i santi Clemente e Ignazio di Antiochia» di Francesco Mancini.

Marta Paraventi, 03 ottobre 2023 | © Riproduzione riservata

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