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La Corte suprema nega alla Fundació il diritto morale

Roberta Bosco

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La fondazione intitolata a Dalí deve riscuotere tutti i diritti sulla gestione commerciale dell’artista, ma non ha potere sugli aspetti morali

La Corte suprema di Madrid ha messo il punto definitivo a un contenzioso di lunga data tra la Fundació Gala-Salvador Dalí di Figueres e l’editore catalano Juan Javier Bofill, reo di aver sfruttato il nome e l’immagine di Dalí senza autorizzazione. La sentenza, emessa il 20 giugno scorso, ratifica il diritto patrimoniale della fondazione, l’unico soggetto che può concedere o negare licenze per lo sfruttamento commerciale dell’opera e l’immagine di Dalí, ma è invece dello Stato, unico erede dell’artista, il diritto e il dovere di difendere la sua immagine da usi denigranti e umilianti. «Bofill è stato riconosciuto colpevole di concorrenza sleale, violazione dei diritti d’autore e della proprietà intellettuale.

È stato un processo lungo e difficile ma favorevole alla fondazione. Quest’ultima sentenza ha una ripercussione minima sulla nostra gestione quotidiana, perché non interessa questioni patrimoniali, ma afferma solo che di fronte a un’aggressione al nome, alla figura o all’opera di Dalí, la fondazione deve informare lo Stato, che prenderà le misure pertinenti», ha spiegato a «Il Giornale dell’Arte» Juan Manuel Sevillano, amministratore e responsabile della sezione legale della fondazione da 18 anni, sottolineando che l’ente detiene la proprietà intellettuale, il diritto d’esposizione e l’uso del nome di Dalí come marchio. 

«La sentenza concerne solo l’aspetto morale del diritto d’immagine e non incide nella legittimazione della Fondazione a gestire e sfruttare il lato economico di tale diritto», precisa Sevillano, ricordando che la missione della fondazione «è proteggere la memoria, la volontà e il legato immateriale di Dalí».

Ma è un’affermazione con la quale non sembra essere d’accordo la Corte suprema, che sebbene si pronunci in favore della fondazione nel contenzioso con Bofill, le nega esplicitamente il diritto di tutelare moralmente l’immagine di Dalí «perché la FundaciÓ non difende la memoria di Dalí ma interessi di carattere strettamente finanziario legati alla sua immagine». Ramón Boixadós, presidente della Fundació Dalí, ha emesso un comunicato in cui chiede la rettifica delle notizie erronee e fuorvianti apparse in alcuni quotidiani spagnoli e si riserva la possibilità di presentare ricorso, poiché considera «di avere ricevuto dallo stesso Dalí l’incarico espresso di difendere la sua memoria, compresi gli aspetti morali e giuridici del suo diritto d’immagine».

Roberta Bosco, 01 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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