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L’Atelier sul Mare andrà a Taormina?

Silvia Mazza

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Definitivamente tramontata l’ipotesi di trasferirle a Librino, la collezione privata di Antonio Presti insieme alle stanze d’artista dell’albergo-museo «Atelier sul Mare» potrebbero ritrovare una nuova cornice nell’ex villaggio «Le Rocce» di Taormina (nella foto), straordinario sito naturalistico e paesaggistico, abbandonato e in degrado da mezzo secolo, su cui incombe da dieci anni il project financing per un albergo indetto dalla Provincia di Messina, che ne è proprietaria.

Un progetto che non piace alle comunità locali, con in testa il Comune di Taormina, le quali, invece, hanno accolto con entusiasmo l’idea del mecenate per Le Rocce, che resterebbero pubbliche e dove (oltre alle rimontate stanze d’autore, che Presti è pronto a donare) un Museo sul mare, un giardino d’arte con piante ed essenze botaniche esalterebbero la vocazione naturalistica del sito, facendone al contempo un centro di aggregazione culturale nella fascia costiera.

Il museo, propone inoltre Presti, sarebbe «messo in rete con un albergo di una decina di stanze che la Provincia possiede a Castelmola, trasformato in un Hotel-Design». Di più, un vero e proprio distretto culturale «che comprenda Le Rocce, l’albergo di Castelmola, la villa dell’Isola Bella, il Parco archeologico di Giardini Naxos».

Nell’esistente immobile dell’ex villaggio, inoltre, sarebbe istituita una «Scuola Artistica di Eccellenza», quell’Accademia di Belle Arti già pensata per Catania, con sede distaccata a Santo Stefano di Camastra, dove formare sul territorio i tecnici per la conservazione della Fiumara d’Arte, e per la quale era stata già siglata nel maggio 2014 una convenzione con il commissario della Provincia, Filippo Romano. E allo stesso commissario, a seguito delle obiezioni sollevate dall’Urega (l’Ufficio regionale per le gare di appalto) sul project financing, si deve l’atto d’indirizzo con cui si chiede, entro il 7 settembre, al segretario generale e ai dirigenti competenti un parere per «assicurare al bene immobile in oggetto, l’utilizzo che meglio lo valorizzi e ne assicuri il soddisfacimento del pubblico interesse anche sotto il profilo della capacità di conseguire diversi obiettivi (per esempio il recupero naturalistico dell’area vincolata, la redditività, il rilievo artistico, culturale e turistico)». 

Fermo restando l’interesse collettivo della proposta di Presti, dal momento che resta in piedi la gara d’appalto (l’Urega rileva sostanzialmente la necessità di aggiornare i prezzi), ci chiediamo se la strada intrapresa non potrebbe, però, legittimare a farsi avanti anche altri soggetti ugualmente interessati a presentare un proprio progetto per Le Rocce.

Silvia Mazza, 22 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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