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Il riscatto delle opere «sbagliate»

Silvano Manganaro

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Cesare Pietroiusti (Roma, 1955) espone sino al 15 giugno in una personale allestita presso Zoo Zone Art Forum. Nella piccola galleria, è esposta una serie di opere accumunate dal titolo «Lavori da vergognarsi», ovvero Il riscatto delle opere neglette che diventano in realtà parti di un unico progetto. Sono infatti, come spiega lo stesso artista, «lavori che, effettivamente realizzati in passato per una certa mostra, non ho mai utilizzato perché, dopo averli fatti, mi sembravano inadeguati, brutti, fuori contesto, oppure copie pedisseque di lavori di altri artisti».

Si va da «Senza titolo (ZAIRE)», una tela del 1985 con su riportati (ingranditi) gli scarabocchi trovati su alcune agende, a «Tutto quello che trovo» (1999-2009), installazione composta da tre stampe fotografiche su alluminio e una traccia audio, tentativo di rendere vendibile una performance realizzata alla galleria Base di Firenze; da «Cento diversi marrone» (2006), sorta di versione a parete di un intervento pensato per una rivista, a un lavoro sonoro composto da bollitori posti sopra fornelletti da campeggio accesi, troppo simile a un precedente intervento di un celebre esponente dell’arte povera.

Una mostra dunque su uno dei temi fondamentali dell’opera di Pietroiusti, ovvero il concetto di fallimento, ma anche un’ipotetica realizzazione di uno dei suoi celebri «pensieri non funzionali» (nati come pubblicazione poi trasformatasi in un sito internet: www.pensierinonfunzionali.net). Uno di questi pensieri suggerisce: «Realizza una mostra con tutti quei lavori che, in precedenza, avevi scartato».

Silvano Manganaro, 02 giugno 2015 | © Riproduzione riservata

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Il riscatto delle opere «sbagliate» | Silvano Manganaro

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