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Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliIntervenire nella conservazione del contemporaneo implica la consapevolezza di problemi ancora in parte inediti e complessi per l’eterogeneità dei materiali utilizzati (o per l’intenzionale caducità dell’opera stessa), la molteplicità di tecniche sperimentali e la necessità di muoversi, per il restauratore, in una continua mediazione tra artista, collezionista e curatore. Aggiungere un contributo in questo territorio solo in parte esplorato è il fine di In opera. Conservare e restaurare l’arte contemporanea, l’ultima pubblicazione della Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte in collaborazione con Open Care - Servizi per l’Arte, recentemente data alle stampe da Marsilio per la curatela di Isabella Villafranca Soissons (304 pp., € 35). Attraverso una struttura agile e un approccio interlocutorio scevro da eccessivi tecnicismi, quattro macrocapitoli («Produrre l’arte contemporanea», «Vivere con l’arte contemporanea», «Valorizzare l’arte contemporanea», «Insegnare il restauro»), a cui se ne aggiunge un ultimo («Conservazione e restauro: la formazione in Italia»), puntano a restituire un quadro molto articolato grazie all’apporto di diversi interlocutori. I contributi, raccolti principalmente sotto forma d’intervista o brevi saggi, chiamano in causa professionisti del restauro, artisti, docenti universitari, collezionisti, curatori, consulenti d’arte, personalità alla guida d’istituzioni museali e culturali (tra cui Massimiliano Gioni, Vicente Todolí, Anna Mattirolo, Philip Rylands), senza tralasciare voci provenienti dalle più importanti realtà nazionali attive nell’ambito della conservazione (Opificio delle Pietre Dure, Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, Centro di Conservazione e Restauro La Venaria Reale) e l’inserimento di schede tecniche dedicate a specifici interventi.
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