Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Claudia Crosera
Leggi i suoi articoliIl 25 giugno 2011 il sito seriale «I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)» è stato dichiarato patrimonio Unesco: l’Oratorio di Santa Maria in Valle di Cividale del Friuli, meglio noto come Tempietto Longobardo, ne è il monumento simbolo. A festeggiare questo primo lustro il 25 giugno sono state organizzate diverse iniziative, visite guidate, ospitalità della redazione mobile del Messaggero Veneto e molto altro ancora. Vi è anche l’opportunità di ammirare con uno sguardo inedito il Tempietto, essendo stati temporaneamente liberati dall’imponente struttura lignea gli spazi del sacello. Un evento straordinario reso possibile dall’inizio del restauro degli stalli lignei del coro dell’Oratorio, i cui lavori sono finanziati e supervisionati dalla Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio del Friuli Venezia Giulia.
Come ricorda il soprintendente Corrado Azzollini, l’intervento ha una duplice valenza culturale: «da un lato si presenta come un’opportunità per risanare e valorizzare un arredo liturgico che risale alla seconda metà del Trecento, dall’altro è un’occasione unica per godere (durante i lavori di restauro che dureranno un anno) della visione del Tempietto nella sua veste originaria».
A distanza di un secolo e mezzo dall’ultimo intervento conservativo, condotto da Giuseppe Uberto Valentinis nel 1859-60, gli stalli del coro saranno smontati e posizionati temporaneamente in un laboratorio-cantiere nei locali attigui al chiostro, uno spazio messo a disposizione dal Comune di Cividale per eseguire i lavori affidati alla ditta udinese Tecnica e restauro del legno di Giuseppe Murtas.
Il coro ligneo, che si estende lungo il perimetro del Tempietto fino al presbiterio lungo le pareti nord e sud del sacello, copre la zona inferiore delle pareti per un’altezza di oltre tre metri, celando parte degli stucchi e degli affreschi delle pareti retrostanti. Intagliati con decorazioni che, come ricordava Aldo Rizzi nel 1975, «ricalcano schemi gotico-moreschi», gli stalli del coro presentano una vasta gamma di soluzioni decorative con inserti vegetali popolati da figure animali desunte dai repertori dei bestiari medievali. Sui fregi con racemi e patere s’innestano archetti goticheggianti polilobati retti da eleganti colonnine binate.
Gli scranni sono decorati con motivi a volute e fogliami tra i quali campeggiano alcuni stemmi araldici. Nella parte superiore una copertura voltata è decorata a carena di nave con cassettoni stellati. Numerose le specie legnose utilizzate, come il noce, il pioppo e il larice per gli intagli che in origine, probabilmente, erano stati pensati per creare effetti cromatici differenti tra le diverse superfici. Gli stemmi araldici e i rosoni posti a suddividere gli stalli, la volta e i cassettoni erano in origine riccamente policromati.
«Il restauro prevede una prima fase destinata a indagini diagnostiche, rilievo geovolumetrico al laser in 3D, saggi preliminari di pulitura e rilevamento della mappatura delle alterazioni. A essa seguiranno lo smontaggio e il trasferimento nel laboratorio creato in un ambiente adiacente affacciato sul chiostro del monastero, dove verranno pulite e consolidate le superfici. Contemporaneamente si eseguirà una puntuale verifica strutturale dell’intero complesso», spiega Angelo Pizzolongo, il restauratore che si occupa della progettazione e direzione operativa dei lavori assieme alle storiche dell’arte Maria Chiara Cadore ed Elisabetta Francescutti.
«Ospitare il laboratorio all’interno del complesso monastico di Santa Maria in Valle, offrendo massima visibilità alle operazioni di restauro è anche un riconoscimento al prezioso e fondamentale lavoro di questi professionisti che con il loro impegno contribuiscono alla conservazione e valorizzazione del nostro patrimonio culturale», aggiunge il sindaco della città ducale, Stefano Balloch, concludendo: «Senza dimenticare che il restauro del coro e la sua temporanea rimozione offriranno occasione di approfondimento e studio per tutti gli storici dell’arte».