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«El patio de la Alberca en la Alhambra» (1871) di Marià (Mariano) Fortuny

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«El patio de la Alberca en la Alhambra» (1871) di Marià (Mariano) Fortuny

I Fortuny ritrovati. Ma la caccia non è finita

Dopo tre anni di ricerche, il Mnac di Barcellona ha ritrovato sei capolavori di cui si erano perse le tracce. «Ma ci sono ancora diverse opere importanti di cui non si sa nulla», dichiarano Quilez e Berenguer

Roberta Bosco

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Dopo una ricerca durata quasi tre anni, gli storici dell’arte Francesc Quilez e Mireia Berenguer, rispettivamente conservatore capo e archivista del Museu Nacional d’Art de Catalunya (Mnac) di Barcellona, hanno annunciato il ritrovamento di sei opere di Marià (Mariano) Fortuny (Reus, 1838-Roma, 1874), l’artista spagnolo più cosmopolita e celebre del XIX secolo, morto a soli 36 anni nel pieno della sua folgorante carriera.

Non si tratta di opere minori, ma di veri e propri capolavori di cui si erano perse le tracce da molti anni. «Alla morte di Fortuny, tutte le opere che si trovavano nel suo atelier della via Flaminia a Roma furono catalogate e autentificate prima di essere messe all’asta nell’Hotel Drouot di Parigi» spiega Francesc Quilez. È il caso dell’opera più importante, «El patio de la Alberca en la Alhambra» (1871), che si conosceva solo attraverso una fotografia in bianco e nero, scattata nel 1873 nell’atelier romano di Fortuny.

L’opera fu comprata dal mercante d’arte Adolphe Goupil e rivenduta 5 anni dopo al collezionista W.H. Stewart. L’ultima volta che si vide fu in una mostra nel 1920 a Londra e poi non se ne seppe più nulla. Almeno fino a pochi mesi fa, quando gli esperti del Mnac scoprirono in Gran Bretagna il suo attuale proprietario, che preferisce mantenere l’anonimato.

I due studiosi, che pubblicheranno l’avventurosa storia delle opere nella rivista scientifica dell’Università autonoma di Barcellona «Locus Amoenus», hanno trovato altri due dipinti negli Stati Uniti. A New York si trova una seconda versione realizzata nel 1868 di «Procesión interrumpida por la lluvia», un’animata scena urbana d’ispirazione goyesca, di cui esiste una versione del 1867, conservata nel Museo delle Belle Arti di Buenos Aires.

La seconda, «Desayuno en el patio. Un alto en el camino», si conosceva grazie a un disegno che il pittore inviò in una lettera al collezionista José Domingo de Irureta e di cui fino ad oggi si conservava solo un’immagine in bianco e nero del 1875. «Fortuny aveva un gran dominio della tecnica pittorica. Realizzò molte copie e versioni di opere del Prado come la copia del ritratto del pittore Francisco Bayeu di Goya, che attualmente si trova a Barcellona in vendita da un antiquario», spiega Quilez.

Paradossalmente sono tre le opere ritrovate che si conservano proprio a Barcellona: oltre al ritratto di Bayeu, «La corrala de Santiago», un patio tipico del centro storico di Granada, e «El afilador de sables», dipinta nella città andalusa nel 1872. Quest’ultima opera fu acquistata da Carlos González de Candamo, ministro plenipotenziario del Perù a Parigi e, dopo varie vicissitudini, il bisnonno dell’attuale proprietario l’acquistò nelle celebri Gallerie Laietanas nel 1935.

«Nessuna di queste opere fu localizzata per la grande mostra di Fortuny al Mnac del 2003 né per quella più recente al Prado del 2017, lamenta il Quilez, che non pensa di dare per conclusa la sua ricerca. Ci sono ancora diverse opere importanti, come “El Matarife de Portici”, di cui non si sa nulla, ma alcune sono andate irrimediabilmente perdute», assicura lo studioso.

È il caso di «El jardín de los poetas», una delle sue opere più famose, che fu comprata per 90mila franchi, cifra mai raggiunta prima da un pittore moderno, e fu infine distrutta dal fuoco. «L’opera fu proposta nel 1925 per 500mila pesetas al museo di Barcellona ma, anche se sembra incredibile, il museo rifiutò l’offerta». Un errore che non si ripeterà: il Mnac ha da poco acquistato «Dos mendigas», un dipinto di piccolo formato su legno, realizzato da Fortuny a Granada intorno al 1870.
 

«El patio de la Alberca en la Alhambra» fotografato nel 1873 nell’atelier romano di Fortuny © Archivo del Instituto Amatller de Arte Hispánico

«El patio de la Alberca en la Alhambra» (1871) di Marià (Mariano) Fortuny

Una foto del 1873 con il disegno che Fortuny inviò in una lettera al collezionista José Domingo de Irureta con «Desayuno en el patio. Un alto en el camino»

«Desayuno en el patio. Un alto en el camino» (1871) di Mariano Fortuny

Roberta Bosco, 20 gennaio 2022 | © Riproduzione riservata

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