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Francesca Romana Morelli
Leggi i suoi articoliRoma. Riaperta lo scorso aprile, la Libreria Arion Montecitorio ospita al suo interno la Inars Art Gallery, frutto della collaborazione Marcello Ciccaglioni, proprietario della catena di librerie Arion, con Ovidio Jacorossi, imprenditore e collezionista, che dichiara: «Mi appassiona indagare le connessioni tra arte contemporanea e libri, contenitori nobili di discipline diverse. È sempre stato un mio obiettivo rendere fruibile al pubblico la mia raccolta d’arte contemporanea. Ho iniziato nei primi anni Ottanta ad acquistare opere, quando erano ancora vivi artisti della prima metà del Novecento. Tra i miei consiglieri, ci sono stati anche Plinio De Martiis e Antonello Trombadori».
Fino al 3 ottobre Inars Art Gallery propone «Teatri di guerra», una mostra curata da Roberta Giulieni sul tema della guerra, declinata nei suoi diversi aspetti da una ventina tra pitture e sculture di artisti attivi dalla prima metà del Novecento a oggi: dall’aeropittore Gerardo Dottori, che esalta alcune acrobazie aeree probabilmente su Capri, a Giulio Turcato, da Duilio Cambellotti a Gino Severini, rappresentato da una tela eseguita intorno al 1935 e riflesso dei venti di guerra che spiravano sull’Italia fascista, da Floriano Bodini a H.H. Lim, autore di un’opera la cui superficie monocromatica è impegnata dalla parte anteriore di un aeroplano, disegnata rendendo nei minimi particolari la struttura interna. L’apparecchio sembra penetrare silenziosamente il campo pittorico, su cui campeggia al centro l’iscrizione «Cielo sereno».
Sempre sullo stesso tema fino al 12 settembre è aperta una mostra fotografica di Alfredo Macchi, seguita dal 14 settembre «Ritratti di guerra» di Pasquale de Antonis, entrambe in relazione con la serie grafica di Renato Guttuso «Gott mit uns».
Giornalista televisivo, Macchi (1967) è stato inviato di guerra per quindici anni, da Kabul (2001) al Libano del Sud (2006), Libia (2011) fino agli odierni campi profughi del Sud Sudan e dell’Iraq, i cui scatti ha raccolto nel libro War Landscapes (Tempesta Editore).
Pasquale De Antonis (1908-2001) è stato fotografo si scena Luchino Visconti e tra i più ricercati professionisti di cinema, teatro e moda per tanto tempo. In mostra una straordinaria serie ritratti di soldati americani, inglesi e tedeschi scattati nel suo studio negli anni Quaranta. Conclude l’itinerario espositivo la sezione «Gli oggetti raccontano il ’900»: fotografie, oggetti d’arti applicate e design, curiosità che ribadiscono la necessità della memoria storica e sociale. Si può inoltre seguire un ciclo di incontri, «Accoppiamenti giudiziosi», con artisti, scrittori, intellettuali, esperti di arte contemporanea. In occasione dell’inaugurazione, lo scorso 30 giugno, è stato messo in scena «Figlio Ritorna O Figlio», sogno iconografico di Vincenzo Mazzarella.

Alfredo Macchi, «Kabul, Afghanistan», 2001, da «War Landscapes, Paesaggi di guerra», Stampa b/n su carta fotografica cm 46x70

Pasquale de Antonis, Ritratto di soldato tedesco, 1943

Pasquale de Antonis, Ritratto di soldato americano, 1943

H. H. Lim Cielo sereno, 2001 Tecnica mista cm 84x91 Courtesy Collezione Jacorossi

Gino Severini, «L'Homme de l'avenir», 1935 Tempera su carta intelaiata cm 52,5 x 52,5 Courtesy Collezione Jacorossi
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