Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Silvano Manganaro
Leggi i suoi articoliEthan Cook, classe 1983, nato in Texas ma residente a New York, per la sua prima personale presso la sede romana della galleria T293 (fino al 17 luglio) espone cinque rilievi in vetroresina e una serie di sculture di arte topiaria (la potatura attraverso la quale si conferiscono forme geometriche ai vegetali) con il proposito di esplorare la relazione tra l’oggetto e la sua immagine, come anche tra un’idea e la sua rappresentazione formale.
Definito, per i suoi quadri astratti, un «pittore senza pittura» (poiché quelle che sembrano campiture sono ottenute attraverso la cucitura di tele dai materiali e dai colori diversi), Cook si cimenta, in questa occasione, con il rilievo in vetroresina di immagini che provengono da fotografie scattate in De Beauvoir Crescent, la strada londinese che dà il titolo alla mostra. Le superfici, bianchissime e minimali, riducono il soggetto a pura forma: la luce, che nella fotografia trasforma gli oggetti tridimensionali in bidimensionalità totale, ha in queste sculture la funzione opposta, ovvero rende tridimensionale (lambendo il modellato a bassorilievo) la bidimensionalità della foto originaria. Il tutto è accentuato dal processo freddo e impersonale che caratterizza in realtà tutta l’opera del giovane artista americano. Infine, le sculture vegetali presenti in galleria conferiscono un tono accogliente all’ambiente, in un rimando continuo all’idea di naturale e artificiale, di forma e contenuto.
Altri articoli dell'autore
Una proiezione monumentale (22 metri) del 92enne artista tedesco è fruibile nella sede romana di Gagosian, prima mostra in una galleria italiana dal 1983
Alla Gnam si apre la mostra «che intende contestualizzare i capolavori esposti in una sorta di “sociologia” culturale fondata soprattutto sulle innovazioni scientifiche e tecnologiche che ne hanno accompagnato la creazione», dichiara il curatore Gabriele Simongini
Le opere dei tre artisti in mostra sono una «sintesi della storia contemporanea tra passato, presente e futuro». Il 17 gennaio sarà annunciato il vincitore
La collezione d’arte contemporanea di Giovanni e Clara Floridi è aperta al pubblico in zona Tiburtina: sono 152 le opere ora esposte in una sede che comprende residenze per artisti e che ospiterà mostre dedicate all’arte italiana d’oggi