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Gareth Harris, Catherine Hickley
Leggi i suoi articoliIl V&A programma una grande mostra, mentre Berlino chiude un accordo (per 3 milioni di euro?) con il Museo di Arte contemporanea di Teheran. Ma Aquileia è stata la più veloce: la mostra è già aperta
Il Victoria and Albert Museum (V&A) di Londra è l’ultima tra le istituzioni europee ad accendere i riflettori sull’Iran. Il museo ha in programma la prossima realizzazione di una grande mostra dedicata al patrimonio culturale e alla storia dell’Iran. Secondo un portavoce del museo, esporrà «un’importante collezione privata di arte iraniana, integrata da una raccolta di sua proprietà». Non è ancora prevista la data di apertura.
I musei occidentali continuano a corteggiare le istituzioni culturali iraniane dopo l’accordo sul programma nucleare dell’Iran raggiunto l’anno scorso e la revoca delle sanzioni imposte al Paese dalle Nazioni Unite. Lo scorso anno, Martin Roth, direttore del Victoria and Albert Museum, ci aveva riferito: «Iniziamo con calma per vedere l’instaurarsi delle reti diplomatiche, in modo che ci sia qualcosa a sostegno della cooperazione. Gli iraniani sono estremamente brillanti e sanno quando sarà il momento giusto». Intanto al Museo Nazionale Archeologico di Aquileia è già in corso «Leoni e tori dall’antica Persia ad Aquileia» (fino al 30 settembre; cfr. «Vernissage» allegato, p. 7), seconda mostra del ciclo «Archeologia ferita» inaugurato lo scorso anno con l’esposizione di reperti del Museo del Bardo di Tunisi.
Tesori sconosciuti
Nel frattempo, Berlino sarà la prima città straniera a ospitare la collezione del Museo di Arte contemporanea di Teheran, in una mostra la cui apertura è prevista per dicembre (fino a febbraio 2017). La collezione include opere di Picasso, Rothko, Kandinskij, Pollock, Warhol e Bacon acquistate prima della Rivoluzione iraniana del 1978-79, oltre a opere di artisti iraniani. La Stiftung Preußischer Kulturbesitz (Fondazione del patrimonio culturale prussiano) ha annunciato il 12 maggio di aver firmato un contratto con il museo di Teheran.
Il ministro degli Esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier ha salutato l’accordo come «il segnale di una nuova apertura culturale e sociale di cui vogliamo servirci per ampliare il nostro dialogo con la società iraniana, anche su tematiche controverse». La collezione, ancora poco nota, è considerata una delle migliori raccolte di arte occidentale al di fuori dei confini di Stati Uniti ed Europa. Dopo la fuga dal Paese dello scià e della sua famiglia in occasione della rivoluzione, il museo nascose i propri tesori in un caveau sotterraneo.
Le opere vennero poi riesposte al pubblico 20 anni dopo, nel 1999, ma la maggioranza di esse non ha mai lasciato il Paese. «Berlino sta per provare una sensazionale esperienza artistica», afferma il presidente della Stiftung Preußischer Kulturbesitz Hermann Parzinger. Non è ancora stabilito quale museo ospiterà l’esposizione.
La nostra testata internazionale «The Art Newspaper» ha recentemente riferito che la Germania starebbe negoziando i prestiti al prezzo di ben 3 milioni di dollari.