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Museu del Disseny di Barcelona.

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Museu del Disseny di Barcelona.

Design a New York e Barcellona

Julia Halperin, Javier Pes

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Il 12 dicembre, dopo tre anni di lavori, si è inaugurato il nuovo Cooper Hewitt, Smithsonian Design Museum (cfr. lo scorso numero, p. 20). Riprogettato con ampio uso di multimedialità e interattività, il complesso ha subito un restyling estetico profondo, dalle cancellate esterne ai pavimenti in teak (progetto Diller Scofidio+Renfro, vetrine dell’italiana Goppion). Nella Great Hall che accoglie i visitatori è stato installato un display touch-screen ad altissima definizione grazie al quale più persone contemporaneamente possono navigare tra le immagini delle opere della collezione, mentre al primo piano il visitatore può scegliere quale wallpaper proiettare su una parete a dimensioni reali. Ma la novità più singolare è senza dubbio «the pen», un dispositivo multifunzione che permette a ogni utente di interagire con le opere: dalla lettura delle didascalie alla costituzione di una propria collezione virtuale, alla realizzazione di veri progetti sui display lungo il museo. Un’esperienza di visita che poi si può ritrovare e arricchire nel proprio profilo personale sul sito del museo. Le mostre inaugurali vanno da «Making Design», anch’essa pensata per giustapporre l’antico e il nuovo attraverso 360 oggetti che illustrano i cinque elementi del design (forma, colore, linea, modello e trama), a «Tools», che va dall’Età della Pietra all’era spaziale, con un utensile in pietra vulcanica risalente a 1,85 milioni di anni fa e strumenti progettati dalla Nasa per la manutenzione dello Space Shuttle in orbita. La massima espressione dell’ingegnosità nel design resta però il restauro stesso della residenza: costato 91 milioni di dollari (73 milioni di euro ca), di cui il 97% sono risorse federali, comunali e private, ha dovuto rispettare rigidi vincoli spaziali riuscendo tuttavia a far crescere del 60% l’area espositiva. Ora si attende un pubblico di 500mila persone all’anno.
Intanto, il 14 dicembre ha aperto i battenti il nuovo Museu del Disseny della capitale catalana. La sede che lo ospita è un edificio futuristico rivestito di zinco, il Disseny Hub, lungo la Diagonal, grande arteria cittadina. Affacciato su un lago artificiale, è opera dello studio spagnolo MBM architectes (101 milioni di euro) e comprende anche centro conferenze, biblioteca, archivio e auditorium. La collezione del Museu è costituita da 70mila pezzi, tra cui oggetti di design (anche del settore della moda), mobili, ceramiche, opere di grafica, fotografie, messi insieme dalle collezioni dei musei cittadini dedicati al tessile, alla ceramica, alle arti decorative e al graphic design. L’arco temporale va dal Rinascimento e dall’epoca moresca al Novecento, rappresentato, per esempio, da una poltrona del 1934 di Josep Lluís Sert e dalla mascotte delle Olimpiadi di Barcellona del 1992 disegnata da Javier Mariscal. Le mostre di lunga durata, divise tra piano terra e una torre (per una superficie espositiva complessiva di 5mila mq), comprendono una storia del design del XX secolo, «Straordinario!» (carrellata di arte decorativa catalana dal III al XX secolo) e «Vestire il corpo: Silhouette e Moda (1550-2015)». Gli oggetti non esposti sono conservati in un magazzino multipiano seminterrato da 2mila mq, dove si trova anche il centro documentazione. Diretta da Pilar Vélez, la nuova istituzione, che conta su un budget annuo iniziale di 2,6 milioni di euro, è stata realizzata grazie ai fondi della Città e della Regione catalana.

Il Cooper Hewitt.

Museu del Disseny di Barcelona.

Julia Halperin, Javier Pes, 07 gennaio 2015 | © Riproduzione riservata

Design a New York e Barcellona | Julia Halperin, Javier Pes

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