Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Da stanza nuziale a museo delle ceramiche

Da stanza nuziale a museo delle ceramiche 

Ritchie Robertson

Leggi i suoi articoli

<!-- p.p1 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; line-height: 11.0px; font: 8.5px 'Swift Neue LT Pro'} p.p2 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; line-height: 11.0px; font: 8.5px 'Franklin Gothic Std Condensed'} p.p3 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; text-align: justify; line-height: 11.0px; font: 8.5px 'Swift Neue LT Pro'; min-height: 10.0px} p.p4 {margin: 0.0px 0.0px 0.0px 0.0px; line-height: 8.0px; font: 7.0px 'ITC Franklin Gothic Std'} span.s1 {font-kerning: none} span.s2 {font: 8.5px Helvetica} span.s3 {font: 8.5px 'Swift Neue LT Pro'} -->

Goethe collezionava seriamente maioliche e ne apprezzava i rilievi leggeri e l’erotismo

 

I visitatori della casa di Goethe nel Frauenplan di Weimar attraversano, tra le altre stanze, la Sala della Maiolica, in cui sono esposti pezzi della collezione di ceramiche invetriate italiane dello scrittore. La Klassik Stiftung Weimar, che custodisce e studia la tradizione del classicismo di Weimar, ha ora finanziato un nuovo splendido catalogo delle maioliche di Goethe. Considerate le grandi fotografie a colori di ognuno dei 105 pezzi, le descrizioni dettagliate e i riferimenti alle loro provenienze, il prezzo del volume (meno di 50 euro) è straordinariamente conveniente.

 

Il testo introduttivo illustra la produzione e il commercio della maiolica. Due terzi dei pezzi di Goethe provengono da Urbino, uno dei grandi centri dell’istoriato, ovvero piatti e altro vasellame con scene storiche, mitologiche o bibliche dai colori vivaci, molto apprezzati nella prima metà del XVI secolo. Alcune delle maioliche di Goethe possono essere ricondotte a specifiche botteghe, tra cui le due principali manifatture di Urbino, appartenenti a Guido di Merlino (attivo negli anni 1540) e al suo rivale Guido Fontana (le cui ultime testimonianze risalgono agli anni 1570). La maggior parte degli altri oggetti proviene da Venezia, in particolare dalla bottega di Domenico da Venezia (documentato dagli anni 1560). Stranamente pochi vengono da Faenza, il grande centro di produzione maiolica dove immediatamente dopo il 1500 ebbe origine lo stile istoriato. La collezione annovera anche oggetti non italiani: tre tazze tedesche e alcune coppe e saliere da Limoges. 

 

In Germania il mercato della maiolica e di altri manufatti aveva il suo centro a Norimberga città che, al pari di Augusta, alla fine del Medioevo era un’importante città di commerci, governata da patrizi. Nel Settecento, tuttavia, la città viveva tempi ben più duri e molte collezioni d’arte vennero vendute. Durante il suo soggiorno a Norimberga nel 1797, Goethe visitò quasi certamente la collezione dell’ufficiale prussiano Hans-Albrecht von Derschau. All’inizio del 1817, dopo lunghe trattative, Goethe acquistò da Derschau 42 pezzi di maiolica e tre vasi smaltati. Dopo la morte di Derschau nel 1824, i suoi beni andarono all’asta e Goethe acquistò allora altri pezzi, in particolare un piatto con una raffinata rappresentazione di Scipione l’Africano in Spagna.

 

Goethe era, naturalmente, un collezionista entusiasta di dipinti, sculture, disegni, porcellane, gemme e molto altro; la sua collezione si compone di circa 26.500 oggetti, solo una piccola parte dei quali può essere mostrata ai turisti. Ma il suo interesse per la maiolica fu tardivo. Durante i suoi soggiorni in Italia, dal 1786 al 1788, non se n’era affatto curato e anzi in un epigramma satirico del 1797 si faceva beffe di quanti preferivano la maiolica ai vasi antichi. Nel 1804 però ne possedeva già alcuni pezzi e dal 1816 cominciò a collezionare maioliche con impegno: dopo la morte della moglie Christiane, nell’estate di quell’anno, trasformò la loro stanza nuziale nella Sala della Maiolica. Quando, a febbraio 1817, da Norimberga arrivò il primo consistente lotto di acquisti, Goethe fece costruire delle vetrine in legno in cui disporli e impiegò più di una settimana a sistemarli. La maiolica sembrerebbe essere stata per lui un piacere privato: non la menzionò mai nei suoi scritti sull’arte e ne parlò solo con pochi amici intimi. 

 

Il catalogo permette di apprezzare i colori vivaci dei pezzi, dipinti con paesaggi di un verde intenso, rocce, mari e laghi blu scuro, sgargianti arancioni per le vesti delle figure e per i tendaggi negli interni domestici. Le scene dipinte sulle maioliche illustrano temi tratti dalla mitologia classica, dalle «Metamorfosi» di Ovidio, dalla storia romana e, pur non amando Goethe particolarmente i soggetti sacri, dalla Bibbia. Qui l’unico santo è l’evangelista Marco, seduto su una nuvola e avvolto in una splendida veste blu. L’Ultima Cena si svolge in pubblico, in cima a una scalinata affollata di gente. Numerose sono le scene tratte dall’Antico Testamento. Corpi nudi, audaci scene d’amore ed erotiche ci fanno invece maliziosamente pensare alla camera nuziale del poeta. Il pezzo con il più evidente collegamento all’immaginazione poetica di Goethe è forse quello raffigurante il trionfo di Galatea. Nel Faust II, all’apice della Notte di Valpurga classica, la ninfa appare infatti, proprio come nel piatto, alla guida di un carro a forma di conchiglia, assistita da delfini, a simboleggiare il potere primordiale del mare nel dare la vita. I dipinti su maiolica di Goethe ci appaiono deliziosamente ironici: non ci sorprenderebbe se uno di essi avesse ispirato quelli che Goethe chiamava gli «scherzi molto seri» del Faust II.  

 

Italienische Majolika aus Goethes Besitz. Bestandskatalog
di Johanna Lessmann
360 pp., ill.
Arnoldsche, Stoccarda 2016
€ 49,80 

 

Ritchie Robertson, 15 settembre 2016 | © Riproduzione riservata

Da stanza nuziale a museo delle ceramiche | Ritchie Robertson

Da stanza nuziale a museo delle ceramiche | Ritchie Robertson