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Così il banchiere catechizzò i suoi contadini

Barbara Antonetto

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Architetto assai prolifico soprattutto in provincia, Bernardo Antonio Vittone coniugò la lezione di Juvarra e di Guarini con esiti di inventiva barocca di straordinaria luminosità e leggerezza: ne è un esempio significativo la Cappella della Visitazione sulla strada provinciale Carignano-Virle, edificio isolato più noto come Santuario del Vallinotto dal nome della cascina contigua. Con pianta esagonale mistilinea e copertura a tre cupole traforate sovrapposte, il progetto sfrutta al massimo i giochi dei pieni e dei vuoti, del controluce, dell’illusione ottica e della fonte di luce nascosta (le borrominiane «camere di luce»).


Gli intrecci architettonici sono popolati di figure affrescate da Pier Francesco Guala entro quadrature di Giovan Battista Natali. La chiesa venne commissionata a Vittone nel 1738 dal banchiere Antonio Faccio per i contadini del suo fondo che, attratti dalla luce proveniente dall’alto, avrebbero alzato lo sguardo incontrando prima sulle pareti i santi della Controriforma (san Francesco Saverio, san Carlo Borromeo, san Filippo Neri e san Francesco di Sales), poi sugli archi della controcupola i dodici apostoli e infine nella volta gli angeli, la Vergine e la Trinità.


Guala realizzò la sua Biblia pauperum con poche veloci pennellate e con grande esperienza raggiungendo a trompe l’œil un effetto scenografico strepitoso, ma adottò la tecnica del «mezzo fresco» con finiture a secco assai delicate. A sua volta Vittone aveva raggiunto esiti di estrema eleganza architettonica sottovalutando però, forse pressato dalla committenza (nei disegni erano previsti stucchi che poi non vennero realizzati), il problema del flusso delle acque: le coperture rappresentarono un problema fin da subito e gli affreschi ne risentirono presto.


All’accentuato degrado delle pitture posero mano negli anni Settanta del Novecento Romano Guietti e Umberto Chierici (allora soprintendente ai Monumenti del Piemonte), ma molte finiture e velature andarono perdute e si ricorse in modo ampio alle ridipinture. Nel marzo 2016 è stato avviato un nuovo restauro finanziato dalla Compagnia di San Paolo e realizzato dal Consorzio San Luca di Torino che ha asportato le ridipinture e recuperato molto dell’originale ritenuto perduto rendendolo leggibile grazie all’uso del fondo a sottotono che fa emergere i frammenti originali. Al sorprendente risultato ha inoltre contribuito il progetto illuminotecnico del direttore dei lavori Agostino Magnaghi che con fari a led ha ricreato l’effetto delle camere di luce.


In concomitanza della conclusione dei lavori la Fondazione Faccio Frichieri di Carignano, proprietaria del Santuario, dedica a Vittone un convegno (il 6 maggio) e una mostra, dal 5 al 21 maggio.

Barbara Antonetto, 03 maggio 2017 | © Riproduzione riservata

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