Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Contemporanei: mercato inflessibile

I pittori europei del dopoguerra hanno dominato le sale d’asta di Sotheby’s e di Christie’s nella settimana londinese dell’arte contemporanea, alimentando un mercato che non mostra segni di cedimento a dispetto della mediocrità delle notizie sull’economia globale

Sotheby’s ha dichiarato di aver ricevuto offerte da 42 Paesi e una partecipazione doppia dall’America Latina; Christie’s dice di avere avuto compratori da 40 Paesi, con il 25% dei lotti venduti ad asiatici, rispetto a circa il 20% agli americani. Le offerte di compratori africani si sono fatte notare anche da Christie’s.

Per la prima volta da giugno 2013 il totale di Sotheby’s (167,5 milioni di euro) supera quello di Christie’s (158,9 milioni), ma quest’ultima ha venduto più lotti in percentuale: il 92% contro l’86% di Sotheby’s. I risultati rappresentano il più alto fatturato di arte contemporanea di Sotheby’s in Europa, con un 40% di incremento rispetto al totale dello scorso anno (per Sotheby’s gli scaglioni di applicazione dei diritti sul compratore è leggermente più alto di quello di Christie’s, cfr. articolo a p. 44). I risultati di entrambe le case confermano le stime prevendita. Da Sotheby’s il 10 febbraio uno dei più grandi quadri astratti di Gerhard Richter è stato venduto alla cifra record di 41,2 milioni di euro (stime da 19 a 27 milioni). È stata Cheyenne Westphal, condirettore per l’arte contemporanea della casa d’aste, a formulare l’offerta vincente per conto di un compratore americano collegato al telefono. Il dipinto, del 1986, era apparso per l’ultima volta all’asta da Sotheby’s a New York nel 1999, quando era stato venduto già allora per la cifra record di 607.500 dollari, equivalente a 1,1 miliardi di lire dell’epoca.

Gli artisti italiani hanno contribuito per 18,4 milioni di euro al totale di Sotheby’s: «Concetto Spaziale. Attese» di Lucio Fontana, 1965, dalla collezione svedese Hoglund, ha stabilito un nuovo record tra i «tagli» a 11,4 milioni di euro (stime da 6,8 a 9,5 milioni). Sebbene sia stata spesso fotografata, la tela, che presenta 23 tagli, non era mai stata esposta in pubblico.

Se i dipinti hanno trionfato, un folto gruppo di sculture figurative ancora nuove per il mercato all’asta ha fatto più fatica ad affermarsi. Un bronzo di figura femminile reclinata del 1998 di Thomas Schütte è stato aggiudicato al di sotto delle stime (1,6-2,4 milioni) a 1,8 milioni di euro, al mercante di Colonia Rafael Jablonka, mentre una delle due sculture di Juan Muñoz è rimasta invenduta. Queste tre sculture erano fra le otto opere in vendita coperte da una garanzia. I pittori europei sono andati forte anche da Christie’s la sera seguente. Il dipinto monocromatico fotorealistico di Gerhard Richter «Lake Lucerne», del 1969, è stato venduto per 21,4 milioni di euro (stime intorno ai 14 milioni), mentre un dipinto spatolato in rosso dell’artista tedesco è stato acquistato dalla consulente d’arte Judith Hess per 13 milioni di euro (stime da 12 a 19 milioni). Due dipinti di Jean Dubuffet sono stati venduti per circa 3,4 milioni di euro, oltre le stime massime.

Tuttavia è stato il pittore americano Cy Twombly ad aggiudicarsi la prima posizione con uno dei suoi «blackboard paintings» del 1970, che ha raggiunto i 26,7 milioni di euro (stime intorno ai 22 milioni), offerta formulata al telefono attraverso Xin Li, vicepresidente di Christie’s Asia. Questa era una di nove opere di Twombly, in asta da Christie’s, Sotheby’s e Phillips nella settimana, molto particolari e di diverse fasce di prezzo. Francis Outred, il responsabile di Christie’s per l’arte del dopoguerra e contemporanea in Europa, ha riferito che il prezzo record di 69,6 milioni di dollari raggiunti per un’altra «blackboard» di Twombly del 1970 da Christie’s a New York lo scorso novembre «dimostra quanto sia repressa la domanda di opere di questo artista di questa qualità». Un suo disegno («Rome», 1969) ha fatto segnare da Sotheby’s il 10 febbraio il record per un’opera su carta dell’artista a 5,1 milioni (stime 2,7-4), mentre sempre da Sotheby’s una sua tela del 1964 è rimasta invenduta. Infine, è stata la scultura a occupare il posto d’onore da Phillips il 12 febbraio, dove, rispettando le attese, le teste di animali dello zodiaco cinese di Ai Weiwei hanno stabilito un nuovo record per l’artista a 3,9 milioni di euro: la serie di 12 pezzi placcati in oro era stimata tra i 2,7 e 4 milioni di euro. Phillips offriva anche una scultura gigante di Urs Fischer di una sedia avvolta intorno a un pacchetto di sigarette installata all’esterno, sulla terrazza del quinto piano della sala d’aste: è stata venduta sotto le stime di 800mila-1,1 milioni di euro, a 687mila euro.

Anny Shaw, 02 marzo 2015 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Nel frattempo, le più giovani hanno maggiori difficoltà a far fronte al costo della vita

Le esposizioni durano più a lungo, gli artisti riducono il numero di opere e i collezionisti sono più esigenti: tutti contribuiscono al cambiamento

«Solo» 12,2 milioni di sterline per nomi più che collaudati. Le stime delle opere si sono rivelate troppo alte per gli appetiti degli acquirenti

Martin Wilson, presidente della British Art Market Federation (Bamf), entra in qualità di amministratore delegato e supervisionerà le operazioni globali

Contemporanei: mercato inflessibile | Anny Shaw

Contemporanei: mercato inflessibile | Anny Shaw