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Georgina Hilton mentre batte all’asta un lavoro di Shara Hughes durante un’asta a New York a maggio © Christie’s Images Limited 2022

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Georgina Hilton mentre batte all’asta un lavoro di Shara Hughes durante un’asta a New York a maggio © Christie’s Images Limited 2022

Christie’s: 4,1 miliardi nel primo semestre

La casa d’aste, che registra un +18% rispetto al 2021, è ottimista circa i timori di un’imminente recessione: «il mercato non cambierà tanto rapidamente»

Daniel Cassady

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Se c’è stata un’espressione che ha dominato la conversazione intorno all’annuncio dato ieri 12 luglio da Christie’s sui dati di vendita relativi alla prima metà del 2022, è stato «modello di business». Specialisti e dirigenti hanno affermato che fin dall’inizio della pandemia di Covid-19 la casa d’aste ha fatto del suo meglio non solo per far sì che il nucleo di collezionisti già affermato si sentisse a proprio agio nell’acquisto di opere d’arte online, ma per aiutarli a capire che potevano spendere soldi per opere di qualsiasi epoca. La casa d’aste ha dissolto la barriera tra l’arte del XX e quella del XXI secolo con i suoi nuovi formati di vendita e ha fatto proseliti tra i millennial, quella classe giovane e ricca che potrebbe iniziare la propria vita collezionistica con Rolex e «Bored Apes», ma che presto potrebbe fare offerte per opere di Gerhard Richter, Anna Wyant e Issy Wood.

Secondo l’amministratore delegato della casa d’aste Guillaume Cerutti, le vendite globali di Christie’s sono state «straordinariamente forti», in gran parte guidate da importanti vendite di singoli proprietari, come le collezioni di Anne Bass e di Thomas e Doris Ammann a New York (quest’ultima includeva il record di «Shot Sage Blue Marilyn», 1964, di Andy Warhol, che lo scorso maggio ha fruttato 195 milioni di dollari) e la collezione Givenchy a Parigi.

La casa d’aste ha registrato 4,1 miliardi di dollari di vendite totali nei primi sei mesi del 2022, con un aumento del 18% rispetto ai 3,5 miliardi di dollari dello scorso anno nello stesso periodo, soprattutto alla luce della crescente incertezza mondiale causata dalla guerra della Russia in Ucraina e dalle preoccupazioni per l’inflazione e una possibile recessione. La star di questa prima metà dell’anno è stata appunto «Shot Sage Blue Marilyn» di Warhol, che si è assicurata il titolo di opera del XX secolo più costosa al mondo venduta all’asta e di opera d’arte americana più costosa mai venduta all’asta.

Un altro dato degno di nota è il tasso di vendita della casa d’aste nel 2022 pari a 87%. Sebbene le vendite private siano diminuite rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso e «le prospettive economiche non siano delle migliori perché c’è incertezza», Cerrutti ha aggiunto che «la domanda è molto forte e non vediamo cambiamenti nei prossimi mesi. Senza essere troppo ottimisti, perché siamo consapevoli del contesto politico e macroeconomico, vediamo un mercato dell’arte molto resistente».

Senza dubbio, gli inizi di un ritorno alla normalità hanno aiutato. Per la prima volta dall’inizio della pandemia, quest’anno Christie’s ha ospitato aste in formato ibrido in livestreaming e dal vivo, e gli eventi per i collezionisti e il pubblico in generale hanno attirato visitatori vecchi e nuovi per le mostre in anteprima.
«C’è un aspetto che non possiamo nascondere: il ritmo con cui il mercato dell’arte si è evoluto negli ultimi 24 mesi», ha affermato Adrien Meyer, copresidente di Christie’s per l’Arte impressionista e moderna, sottolineando l’attuale facilità di fare offerte, risultato diretto delle innovazioni tecnologiche introdotte a seguito della pandemia.

Meyer ha aggiunto che, prima del Covid-19, circa 10-15mila clienti guardavano le aste online dell’azienda; quel numero è balzato a 800mila-1,2 milioni di persone che seguono e potenzialmente fanno offerte per ogni vendita. Prima della pandemia circa il 10-15% degli acquirenti di una data asta erano nuovi per Christie’s; ora la media è superiore al 25%. Questa nuova linfa potrebbe aiutare Christie’s e il mercato dell’arte in generale a rimanere in carreggiata qualora la temuta recessione dovesse materializzarsi.

Come ha dichiarato Jussi Pylkkänen, presidente globale dell’azienda: «Questo mercato non cambierà rapidamente». Il nuovo modello di business dell’azienda sembra fare molto affidamento, e finora con successo, sui collezionisti più giovani. «Tra i collezionisti millennial c’è un forte appetito per l’arte e la cultura, e sono anche molto desiderosi di condividerlo: sono molto attivi sui social media», afferma Anthea Peers, amministratore delegato globale delle Private Sales.

Didascalie:
© Christie’s Images Limited 2022

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Il presidente globale di Christie’s Jussi Pylkkänen mentre vende «Shot Sage Blue Marilyn» (1964) di Andy Warhol, che lo scorso 9 maggio a New York ha totalizzato il record di 195 milioni di dollari

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La vendita della collezione Givenchy da Christie’s Parigi lo scorso 14 giugno ha totalizzato 118,1 milioni di euro
© Nina Slavcheva

Daniel Cassady, 13 luglio 2022 | © Riproduzione riservata

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