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Uno «Studio Chanel» della precollezione primavera-estate 2012 disegnato da Karl Lagerfeld.© Karl Lagerfeld

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Uno «Studio Chanel» della precollezione primavera-estate 2012 disegnato da Karl Lagerfeld.© Karl Lagerfeld

Che moda è se non si porta in strada?

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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La BundesKunsthalle presenta, fino al 13 settembre, «Karl Lagerfeld. Modemethode», a cura di Amanda Harlech; è la prima mostra che esplora a tutto tondo la Weltanschauung della moda di un personaggio fuori schema come lo stilista tedesco, non solo fra i più celebri e celebrati protagonisti del fashion system fra XX e XXI secolo ma teorico dell’estetica della moda. Lagerfeld si è imposto per la capacità di innovare le forme classiche della moda e imporre nuove tendenze estetiche e stilistiche. Dall’inizio della sua carriera nel 1955 e sino al 1962 assistente di Pierre Balmain, direttore creativo della Maison Patou nel 1959-61, poi direttore artistico di Fendi dal 1965, creatore degli accessori Chloé dal 1963 al 1983, fino a Chanel (in cui, come direttore creativo e capo progettista dal 1983, si è dimostrato unanimemente il migliore successore della Mademoiselle) e al marchio con il suo stesso nome, Lagerfeld nelle sue creazioni ha sempre mostrato una specifica sensibilità al rapporto fra moda e società, in quella concezione che, a ricalcare quella warburghiana fra arte e storia, vede la moda come specchio dell’evoluzione del costume, del gusto e dell’estetica di ogni contesto sociale. Da qui deriva l’incontestata genialità di Karl Lagerfeld nel dare nuova vita e nuova energia, attualizzandoli senza tradirne la concettualità originale, a capi e temi divenuti ormai classici, veri topos della moda globale: si pensi al tailleur Chanel, sempre attuale e iconico dal giorno della sua presentazione alle sfilate di Parigi, il 5 gennaio 1954. Scopritore e pigmalione di modelle divenute simbolo (Inès de la Fressange, Claudia Schiffer, Laetitia Casta...) e convinto fin dagli anni Sessanta che il futuro della moda non poteva confinarsi alla sola haute couture, accanto alle collezioni di alta moda lo stilista ha realizzato le più disinvolte e innovative linee di prêt-à-porter che, mantenendo inalterati i suoi concetti, applicano la sua «filosofia sociale» della moda: «Una moda che non raggiunge le strade non è di moda». Allo stesso indirizzo si attengono le avanzate sperimentazioni nella distribuzione e commercializzazione di abbigliamento e accessori: se già dal 1990 Lagerfeld è stato antesignano nella collaborazione con marchi di abbigliamento a basso costo, nel 2004 è il primo grande stilista a creare una capsule collection per la catena di abbigliamento svedese H&M, un concept di successo che da allora è stato seguito e applicato da vari stilisti (Stella McCartney, Comme des Garçons, Cavalli, Lanvin, Jimmy Choo, Versace...). Nel 2007, Karl Lagerfeld lancia la sua nuova linea, K par Karl e chiama Amanda Harlech, già collaboratrice ventennale di John Galliano e presenza fissa nella lista delle World Best Dressed Women, ad affiancarlo alla guida della Maison Chanel. Da ultimo, nel 2012 crea la nuova linea di pret-à-porter KARL, in vendita esclusivamente sul sito internet Net-a-porter. Nel corso della sua carriera, Lagerfeld ha anche molto disegnato per lo spettacolo: per la Scala di Milano e il Maggio Fiorentino, per il Ballet de Montecarlo, i costumi per «Tacchi a spillo» di Pedro Almodóvar e «Callas Forever» di Franco Zeffirelli nonché gli abiti di tournée delle rockstar Kylie Minogue e Madonna. Allo spettacolo, Lagerfeld si è dedicato anche come ideatore-regista di cortometraggi: «The Tale of a Fairy» (2010) con Amanda Harlech a interpretare la protagonista Wallis Simpson, «Once Upon a Time» (2013) per Chanel con protagonista Tallulah Ormsby-Gore (figlia di Amanda Harlech), «Invito Pericoloso» (2014) per Fendi e «The Return» (2014) per Chanel con Géraldine Chaplin e ancora Amanda Harlech. L’attuale mostra presenta per la prima volta in modo analitico e completo la sua visione della moda in senso culturale, metodologico e pratico, tanto onnicomprensiva quanto ambiziosa: dal bozzetto iniziale al capo finito, dagli accessori alla scenografia, dalla base musicale delle sfilate alle fotografie e alla grafica, alla pubblicità, ai cataloghi e alla vetrinistica. Una «visione globale» creativa, progettuale e pratica in cui ogni ultimo minimo dettaglio viene ideato da Lagerfeld stesso, non a caso dichiarato nel novembre 2012 dalla rivista «Marie Claire» «lo stilista più influente degli ultimi 25 anni» e nominato Commandeur de la Légion d’Honneur da Nicolas Sarkozy nel 2010.



Karl Lagerfeld

L’abito Angkor di Chloé by Karl Lagerfeld della collezione primavera-estate 1983.© Chloé archive

Un abito Chanel Haute Couture esposto nella mostra in corso a Bonn.Photo David Ertl, 2015. © Kunst und Ausstellungshalle der Bundesrepublik Deutschland GmbH

Uno «Studio Chanel» della precollezione primavera-estate 2012 disegnato da Karl Lagerfeld.© Karl Lagerfeld

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 27 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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