Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image
Image

Bernabé rivuole la Quadriennale

Francesca Romana Morelli

Leggi i suoi articoli

Se lo scorso 23 giugno ha fatto le valigie dall’Azienda Palaexpo, con il Cda che presiedeva (ed è stato sostituito da un commissario, l’economista Innocenzo Cipolletta), Franco Bernabè ci rassicura che invece rimarrà a capo della Fondazione La Quadriennale di Roma, dove è stato nominato in aprile dal ministro Franceschini in accordo con Roma Capitale e la Regione Lazio, per lavorare al rilancio della storica istituzione, organizzando la XVI edizione dell’esposizione nazionale, prevista nell’autunno 2016 a Palazzo dell’Esposizione.

Bernabè (1948) ha guidato Eni e Telecom Italia, è cofondatore della società di telecomunicazioni Andala (oggi H3G) e della Fb Group, holding nel settore della consulenza strategica, dell’Ict e delle energie rinnovabili, che tuttora presiede. È un supermanager attivo nella cultura: è stato anche al vertice della Biennale di Venezia (2001-03) e del Mart di Rovereto (2004-14).

L’investitura da parte di Franceschini prevedeva una collaborazione con l’Azienda Speciale Palaexpo (Palazzo delle Esposizioni, Scuderie del Quirinale, Casa del Jazz; cfr. «Vernissage», n. 159, mag. ’14, p. 4), ma Roma Capitale non ha ottemperato ai «propri obblighi istituzionali di sostenere l’azienda», come si dichiara nella lettera inviata al sindaco Ignazio Marino da Bernabè e dal Cda contestualmente alle loro dimissioni, riferendosi soprattutto alle risorse economiche: otto euro di milioni erogati nel 2015, a fronte degli undici promessi.

Le sue dimissioni erano nell’aria da molti mesi. Il 23 gennaio scorso scrisse a Marino una lettera (resa nota da «La Stampa» il 23 giugno 2015) in cui chiedeva di fare chiarezza su un progetto disatteso dal Campidoglio: creare una Fondazione con il fine di rilanciare l’offerta espositiva capitolina, grazie all’accorpamento di Palazzo delle Esposizioni e delle Scuderie con i musei civici, dotati di collezioni (progetto che ricordava la Fondazione Musei Civici Venezia capitanata da Gabriella Belli). Bernabè aveva inoltre stilato uno statuto, che giaceva «negli uffici del Comune da ottobre ’14» e incaricato una compagnia americana di cercare i finanziamenti.

Nel frattempo il Campidoglio aveva imboccato una strada diversa: il 21 dicembre scorso ha affidato il nuovo polo museale civico dell’arte moderna e contemporanea alle mani di Federica Pirani, interna all’amministrazione capitolina, attraverso un concorso per titoli. Marino ha espresso la volontà di commissariare l’Azienda, ma al momento di andare in stampa la sua posizione di sindaco appare sempre più in bilico. Ora la Quadriennale sembra riprendere energia, anche in seguito alla nomina degli altri membri del Cda della Quadriennale, rimasto troppo a lungo vacante: Umberto Croppi (già assessore comunale alla Cultura: «Ottima scelta no partisan», ci ha detto Bernabè), Ludovica Rossi Purini, Claudio Libero Pisano. Sono anni di «vacche magre» anche per la Quadriennale, che riceve 600mila euro l’anno, a malapena sufficienti per l’attività ordinaria. 

Presidente, ha senso far collaborare due istituzioni economicamente sofferenti? 

Vogliamo una nuova edizione della Quadriennale, dopo che è saltata quella del 2012. Palazzo delle Esposizioni è la sede storica dell’istituzione, nata nel 1927 per potenziare l’arte nazionale, tuttora sua mission insieme alla valorizzazione delle giovani generazioni.

Nel 2008 la Quadriennale costò 2 milioni di euro: come e dove trovare i fondi?

Abbiamo lanciato il cuore oltre l’ostacolo, tracciando un cronoprogramma dei lavori serrato. È importante tuttavia come intendo realizzare il progetto. La nostra edizione prevede 1,5 milioni di euro. Ho rinunciato al mio compenso e tra le pieghe dei bilanci abbiamo individuato una frazione delle risorse. Sulla base di un budget preventivamente condiviso, i due enti sosterranno insieme circa la metà dei costi di produzione (Palaexpo offrirà a titolo gratuito alcuni servizi) e, parimenti, divideranno i ricavi. Il resto verrà da una ricerca condivisa degli sponsor e da un fundraising tra i soggetti pubblici e privati attivi nel contemporaneo.

Bartolomeo Pietromarchi fece così per il Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2013, ma la Quadriennale è meno facile da «vendere» perché non è stata sempre all’altezza del suo compito e ha una visibilità più nazionale.

Stiamo mandando delle call for proposal a numerosi curatori tra i 30 e i 40 anni, chiedendo di sottoporci progetti globali e parziali. In seguito decideremo quanti coinvolgerne e farne lavorare insieme, sotto la nostra supervisione. 

Francesca Romana Morelli, 20 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Una sessantina di opere di 51 artisti (da Parmigianino a Schiele, da Boetti a Kentridge), entrate nella collezione dell’istituto romano grazie a tre milioni finanziati dallo Stato, sono ora visibili a Palazzo Poli

Un’antologica nel Casino dei Principi a Villa Torlonia e al Mlac di una delle artiste più moderne e complesse del Novecento

L’allestimento da Tornabuoni è una continua scoperta all’interno dell’emisfero artistico e umano dell’artista torinese

Dopo cinque anni il direttore saluta il Macro di Roma con una collettiva di oltre trenta artisti che intende «restituire uno sguardo dinamico al visitatore»

Bernabé rivuole la Quadriennale | Francesca Romana Morelli

Bernabé rivuole la Quadriennale | Francesca Romana Morelli