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Autonoma, copia il Mibact

Silvia Mazza

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Riorganizzati entro l’anno i Beni culturali siciliani: nove poli museali regionali e l’ArtBonus
La recente riforma del Mibact, in vigore dal 10 dicembre 2014, non si attua in Sicilia per il regime autonomistico di cui la Regione gode da quando nel 1975 lo Stato le trasferì le competenze in materia di Beni culturali con i Dpr 635 e 637. Anche qui, però, è in corso una riorganizzazione dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, che dovrà essere definito entro dicembre. Si tratta della quarta riorganizzazione, a partire dalla fine degli anni ’70, quando le Leggi regionali n. 80/1977 e n. 116/1980 disegnarono l’amministrazione dei Beni culturali in Sicilia, rivoluzionando il vecchio ordinamento ministeriale con l’istituzione, al posto delle Soprintendenze tematiche, di quelle uniche su base provinciale. 

La riforma, nelle intenzioni dell’assessore Antonio Purpura, dovrebbe introdurre diverse novità, sulla scia di quella ministeriale: dalla costituzione di nove poli museali regionali alla norma sul sistema delle sponsorizzazioni, sul modello dell’ArtBonus, all’apertura alle associazioni culturali nella gestione dei siti. I dirigenti di musei, Soprintendenze, parchi archeologici ecc. nutrono molti dubbi su quella che considerano niente più che una deregolamentazione dettata dalla necessità di attuare le misure di contenimento della spesa, lamentando di non essere stati coinvolti nella fase di definizione della «riforma» o la mancata istituzione di una commissione di esperti. A non convincere, specialmente, sono i nuovi poli, aggregati su base provinciale e non per ambiti geografico-territoriali, tenendo conto, cioè, delle omogeneità culturali e di materia di istituti e luoghi della cultura presenti nel territorio; oltre al fatto che, in controtendenza rispetto al Mibact, non si riconosce lo status di grandi musei alle poche ma importanti e antiche istituzioni museali isolane che, sia per dimensioni che per patrimonio conservato, sono quantomeno confrontabili (se non superiori) a musei come quelli di Reggio Calabria o Taranto. Fronte su cui Purpura, però, apre: «La posizione dei grandi musei, e segnatamente dei due musei archeologici regionali (Salinas di Palermo e Orsi di Siracusa) e delle due Gallerie (Palazzo Abatellis di Palermo e Bellomo di Siracusa), sarà oggetto di specifico approfondimento».

La riorganizzazione (che, peraltro, interessa l’intera macchina amministrativa regionale) avverrà attraverso decreti, in attuazione della Legge regionale di Stabilità 2015, che prevede una riduzione delle strutture del 30%, con l’eliminazione di circa 90 posizioni dirigenziali. Riguarda la riconfigurazione del Consiglio regionale dei Beni culturali, la riorganizzazione dei due Centri (del Catalogo e soprattutto del Restauro), che verrà potenziato «facendovi confluire il Servizio di progettazione attualmente al Dipartimento, spiega l’assessore, e creando una nuova Unità con compiti di coordinamento della ricerca, della formazione e dei rapporti con le Università e il Cnr; oltre alla gestione del Reis (Registro delle eredità immateriali siciliane), con l’obiettivo di favorire le iniziative di valorizzazione produttiva, oltre che turistico-culturale, degli elementi che vi sono registrati». Si punta, inoltre, sfruttando le risorse finanziarie dell’Asse 2 del Pon Cultura e Sviluppo e del PoFesr 2014-20 (fondi comunitari e nazionali), sull’individuazione delle modalità e dei criteri con i quali i privati (soprattutto start up di giovani) potranno interagire con la Regione nel sostegno degli interventi di conservazione dei beni culturali e nelle attività di valorizzazione e fruizione. Mentre «entro la fine dell’anno avremo i primi siti già dotati di “servizi aggiuntivi”, le cui gare sono in corso di espletamento». 

La Sicilia, prima tra le altre Regioni, ha definito, inoltre, con decreto assessoriale n. 30 del 7 ottobre scorso, il percorso mediante il quale giungere, entro il 2015, all’avvio del «Sistema di accreditamento e di monitoraggio dei livelli di qualità dei luoghi della cultura». E, ancora, a un decreto sarà, infine, consegnato l’esito dei lavori della Commissione per regolamentare le concessioni d’uso dei monumenti. Viene, invece, rinviata a ulteriori interventi legislativi quella che l’assessore più volte aveva indicato come una priorità, dato che le aree archeologiche da sole accolgono oltre l’80% del flusso complessivo di visitatori dei 122 siti regionali: il completamento del «Sistema dei parchi archeologici», dei quali solo quello della Valle dei Templi di Agrigento e quello di Selinunte godono di autonomia. 

Silvia Mazza, 15 ottobre 2015 | © Riproduzione riservata

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