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Corredo funebre dalla tomba etrusca di San Giuliano a Barbarano Romano (Vt)

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Corredo funebre dalla tomba etrusca di San Giuliano a Barbarano Romano (Vt)

Archeologia 2025: un anno di ricerche sul campo e sott’acqua

Ma anche rinnovamento di musei, nomine e nuove forme di divulgazione: nel vasto campo dell’antico cresce la partecipazione e il coinvolgimento del grande pubblico 

Jacopo Bonetto

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Si chiude un altro anno di intensa vitalità per l’archeologia in Italia, con ricerche sul campo, eventi, rinnovamenti dei poli museali e tante novità nelle forme e luoghi di coinvolgimento del pubblico. L’opera degli organi di tutela, spesso unita all’impegno dei ricercatori universitari, ha garantito nuove scoperte e conoscenze. Tra le centinaia di cantieri sparsi per la penisola alcuni hanno maggiormente segnato il panorama e destato interesse. A cominciare dalle novità emerse nel Parco archeologico della colonia di Selinunte, nelle aree più occidentali della Sicilia greca. Qui le ricerche hanno modificato la ricostruzione del percorso della cinta muraria di età arcaica grazie al ritrovamento di suoi tratti e della Porta nord, che risultano spostati più a nord di circa 300 metri rispetto a quanto ipotizzato. Alle grandi architetture greche si accostano le ricchezze etrusche provenienti dalla necropoli di San Giuliano a Barbarano Romano (Vt). L’individuazione di una tomba inviolata ha permesso agli archeologi di entrare in un mondo funerario costruito da un attento rituale alla fine del VII secolo a.C. Gli oltre 100 reperti rinvenuti nella tomba raccontano del rango eccezionale dei defunti e permettono di ricostruire la cerimonia funeraria nei suoi articolati gesti di valore antropologico. Di altro ambito, ma non meno spettacolare, è stata poi la prosecuzione delle indagini nel 2025 in un sito perilacustre del Lago di Bolsena (Vt). Al «Gran Carro» gli archeologi hanno rinnovato l’attività subacquea sotto la direzione della Soprintendenza per la provincia di Viterbo e l’Etruria meridionale, riportando ancora alla luce presso la struttura dell’Aiola testimonianze eccezionali della prima Età del Ferro e dell’epoca romana.

L’elemento acqua è stato trainante anche per nuovi esperimenti di comunicazione dell’archeologia. Alla Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico di Paestum, l’archeologia subacquea è stata infatti grande protagonista, non solo per la presenza del ministro greco della Cultura Lina Mendoni, che ha illustrato il progetto del Museo Nazionale delle Antichità subacquee del Pireo, ma anche per la V edizione del Premio Internazionale di Archeologia Subacquea Sebastiano Tusa, assegnato al Museo del Mare e dell’Archeologia subacquea di San Felice Circeo, in corso di rifacimento nell’ambito del progetto Blu Economy 2025. In Sicilia, a Sciacca (Ag), il rinnovato Museo del Mare e delle Attività marinare ha conosciuto una riapertura nel mese di novembre con l’esposizione di reperti, anfore, cannoni e molti altri materiali, tra cui la statua di Melqart-Reshef, tornato nella cittadina per alcuni mesi dopo settant’anni di permanenza a Palermo. Ancora sul mare e per il mare, si apre a dicembre il Museo Archeologico Nazionale di Grado (Gorizia), dedicato alla conservazione di una nave mercantile (Iulia felix) naufragata nel II secolo d.C. e rinvenuta nel 1986 con un carico che narra del sistema commerciale dell’Adriatico romano.

Queste e altre esperienze testimoniano un crescente interesse degli enti di tutela e ricerca verso la comunicazione dell’archeologia al grande pubblico. Basterà ricordare, tra le principali, il recente riallestimento della Sala della Chimera al Museo Archeologico Nazionale di Firenze, che conferisce all’opera una centralità espositiva e di fruizione di altissimo effetto.

Più in generale la composita galassia dei musei e dei parchi (civici e statali) di archeologia ha conosciuto un anno di grande evoluzione. I maggiori, come il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, il Museo Nazionale Romano e il Parco Archeologico del Colosseo, hanno visto il rinnovo delle cariche dirigenziali con Francesco Sirano, Federica Rinaldi e Simone Quilici. Tra altre realtà, alcune di lunga tradizione come il Museo Civico di Padova (che ha festeggiato i 200 anni dalla costituzione), molte hanno beneficiato delle possibilità di modificare struttura e funzioni grazie al sostegno del Pnrr Cultura (Turismo e Cultura 4.0), che ha concentrato le risorse (Misura 1: 1,1 milioni di euro) su aspetti divenuti nel 2025 sempre più cruciali nella relazione tra offerta e domanda di archeologia: l’accessibilità fisica e digitale, che stanno eliminando «ostacoli» e costruendo «ponti digitali» in un’ottica di sostenibilità ed efficientamento energetico (Agenda 2030).

Il 2025 è stato l’anno che ha consolidato una crescita di fruizione (e fruitori) e di popolarità dell’antico con espansione dei numeri di affluenza (ancora non ufficializzati) e grande partecipazione a manifestazioni di richiamo come Tourisma (Firenze), la Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico (Paestum) o gli ormai diffusi Archeo Film festival celebrati in ogni angolo del Paese. Proprio a soddisfare richieste crescenti, piccole e pregiate mostre sono state allestite e vissute in numerosi centri, sia per riprendere evidenze eccezionali come quella di San Casciano, sia per raccontare ricerche e attività svolte nei siti archeologici disseminati nelle regioni. Su tutte però spicca la grande esposizione romana (Scuderie del Quirinale) sui «Tesori dei faraoni», che raccoglie la grande eco dell’apertura ufficiale del monumentale Grand Egyptian Museum di Giza (1 novembre 2025) e porta il visitatore ad apprezzare 130 capolavori provenienti dai più importanti musei dell’Egitto.

Infine, all’insegna dell’archeologia si chiuderanno (22 febbraio 2026) le cerimonie Olimpiche di Milano-Cortina, che avranno sede nell’Anfiteatro Arena di Verona, oggetto per l’occasione di importanti interventi in corso verso una migliore accessibilità dell’antico monumento.

Jacopo Bonetto, 08 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Archeologia 2025: un anno di ricerche sul campo e sott’acqua | Jacopo Bonetto

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