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Altri mondi, altre culture

Altri mondi, altre culture

Stefano Grosso

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Il saggio di Sally Price I primitivi traditi, finito di stampare nel mese di luglio del 2015, ripropone quello uscito in Italia nel 1992 (dal testo americano del 1989), con la prefazione di Federico Zeri, che insieme alla ricchezza di spunti e di riflessioni critiche ne apprezzava e condivideva «la cautela con cui dobbiamo accostarci a quanto ci perviene dal passato e da altri mondi culturali e mentali», ma sembra scritto oggi perché ancora perdurano atteggiamenti pregiudizievoli verso una tipologia d’arte, soprattutto incompresa.

Il saggio ha come sottotitolo L’arte dei selvaggi e la presunzione occidentale e, coerentemente, evidenzia come il mondo occidentale, con la sua presunzione di rappresentare la «civiltà», abbia sostanzialmente negato ogni valore d’«arte» a oggetti ritenuti selvaggi, mostruosi, incivili, fuori dai canoni pur mutevoli elaborati nell’interpretazione del mondo in cui si riconosce. Sono stati considerati espressioni anonime, corali, senza cioè un autore, quindi indecifrabili; la loro eventuale rivalutazione risponde a un uso nell’arte «ufficiale».

Per comprendere l’arte primitiva l’autrice ci insegna ad accostarci con animo sgombro dai pregiudizi alle creazioni, a loro modo, «culturali», del mondo tribale, e ad attenerci ad altri criteri, tenendo conto che la coralità e l’anonimato possono essere valori emblematici, ma anche questi oggetti possono essere storicizzati e soprattutto reinterpretati, con la sedimentazione di diverse epoche, come per tutte le opere d’arte. L’idea su cui ruota il saggio è che tutte le società hanno avuto in ogni tempo interrogativi comuni: il rapporto tra i vivi e il mondo ultraterreno, il senso della vita, nascere e morire, e ancora le differenze tra gli uomini, tra chi detiene il potere e chi obbedisce e secondo quale legittimità, e ancora la natura ora benevola, ora «leopardianamente» matrigna, e gli infiniti oggetti, ornamenti, statue, simboli, che esaltano il potere, che definiscono le differenze. 

Il saggio investe antropologia, storia, pedagogia: l’indagine è fatta «sul campo». L’autrice, attraverso interviste a esperti a vario titolo del settore offre consigli per l’allestimento di musei etnografici ed esprime sarcastiche riflessioni sull’uso strumentale «razziale» della pubblicità e del turismo. Il saggio è soprattutto un viaggio nuovo nell’estetica e nel subsconscio dell’uomo, una ricerca dentro l’umanità senza tempo.

 

I primitivi traditi. L’arte dei «selvaggi» e la presunzione occidentale
di Sally Price
traduzione di Augusto Roca De Amicis
192 pp., ill., Johan & Levi Editore
Monza 2015
€ 18,00     

 

Stefano Grosso, 10 luglio 2016 | © Riproduzione riservata

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