«Senza titolo» di Marisa Merz, Collezione Merz. Foto Vianello e Mangosio. Cortesia dell’Archivio Merz

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«Senza titolo» di Marisa Merz, Collezione Merz. Foto Vianello e Mangosio. Cortesia dell’Archivio Merz

Al MaXXI L’Aquila le sensibilità comuni di Marisa Merz e Shilpa Gupta

I curatori Bartolomeo Pietromarchi e Fanny Borel affiancano l’esponente dell’Arte povera all’artista nata a Mumbai

«Quando osservo che qualcosa accomuna Marisa Merz e Shilpa Gupta ciò viene riconosciuto: credo ci siano sensibilità comuni. Da tempo volevo lavorare con l’artista indiana. Nella collezione del MaXXI abbiamo un’opera bellissima di Marisa Merz che abbiamo esposto nella mostra a L’Aquila da poco conclusa “After Image”, così mi è venuto in mente di creare un dialogo tra due artiste che non si sono conosciute ma sono fortemente radicate nelle loro culture, quella occidentale e quella orientale. E il MaXXI L’Aquila è adatto per provare esperimenti»: Bartolomeo Pietromarchi, direttore del museo aquilano della Fondazione delle arti del XXI secolo, spiega perché affianca l’esponente dell’Arte povera, vissuta dal 1926 al 2019, e all’artista nata a Mumbai nel 1976 nella mostra «Marisa Merz e Shilpa Gupta visibileinvisibile», curata insieme a Fanny Borel e realizzata con la Fondazione Merz.

Dal 2 aprile al primo ottobre la rassegna, il cui titolo si ispira al testo incompiuto del filosofo francese Maurice Merleau-Ponty, Il visibile e l’invisibile, uscito postumo nel 1964, raccoglie a Palazzo Ardinghelli una cinquantina di opere delle due autrici. Dell’artista torinese, Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia del 2003, il museo aquilano dispiega disegni, lavori in filo di rame intrecciato, oppure in stoffa e nylon, la scultura in fogli d’alluminio «Untitled (Living Sculpture)».

Di Shilpa Gupta il MaXXI propone disegni, sculture, proiezioni oltre a installazioni che a volte implicano un’azione dei visitatori come con «I Will Die», specchio coperto che bisogna scoprire per vedere un messaggio nascosto, installazioni come «Spoken Poems in A Bottle» su poeti che sono stati interdetti, esiliati e censurati da più regimi, oppure opere sul multiculturalismo che i nazionalismi vogliono soffocare.

L’artista di Mumbai ha creato per la mostra aquilana «Map Tracing: Italy», una scultura dove un filo di rame delinea la sagoma della nostra penisola e vuole alludere all’idea di Nazione intesa come un artificio, e al vernissage condurrà «I Want To Live With No Fear», performance con studenti delle scuole cittadine.

«Marisa Merz ha realizzato opere in un periodo precedente a quello di Shilpa Gupta dove prendono piede le sensibilità di un linguaggio vicino al mondo femminile, anche se lei non lo ha mai dichiarato, osserva ancora Pietromarchi. E l’attitudine dell’artista indiana è molto politica».
 

«Senza titolo» di Marisa Merz, Collezione Merz. Foto Vianello e Mangosio. Cortesia dell’Archivio Merz

Stefano Miliani, 31 marzo 2023 | © Riproduzione riservata

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