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Afroitaliani o italoafricani?

Silvano Manganaro

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La mostra «Nero su Bianco», organizzata dall’American Academy, una delle istituzioni romane più attive (che, anche grazie all’attuale direttore, è tornata vero centro propulsore) è aperta fino al 19 luglio dal giovedì al sabato e  punta l’attenzione sul tema della «afro-italianità», sia partendo da documenti e testimonianze storiche sia focalizzandosi sulla situazione attuale, caratterizzata da cambiamenti culturali e identitari di tale portata da andare ben oltre il semplice tema dell’integrazione. La mostra, curata dal direttore dell’American Academy Peter Benson Miller, da Robert Storr (già direttore della Biennale di Venezia) e dall’artista Lyle Ashton Harris, coinvolge 27 artisti americani, europei, italiani e africani, prevedendo anche la realizzazione in parallelo di incontri e dibattiti sia in sede sia in Piazza del Campidoglio, in collaborazione con il festival internazionale di Roma Letterature). Fra i temi trattati,  la figura dello scrittore afroamericano  William Demby, la letteratura africana contemporanea, le figure di successo tra i giovani afro-italiani, nonché le nuove forme di attivismo sociale e politico contro tutte le forme di razzismo. La mostra è ricca di opere inedite, alcune delle quali nate in seno alla residenza presso l’American Academy in Rome e i suoi contenuti non si esauriscono in un mero omaggio alle teorie postcoloniali ma diventano, grazie alle opere di artisti come Terry Adkins, Theo Eshetu, Lyle Ashton Harris, Bridget Baker e quelle degli italiani Invernomuto, Giuseppe Stampone, Elisabetta Benassi o Alessandro Ceresoli, un complesso strumento di riflessione sul presente e sul suo legame con un passato più o meno prossimo. In un clima come quello attuale una mostra quanto mai necessaria.

Silvano Manganaro, 21 luglio 2015 | © Riproduzione riservata

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Afroitaliani o italoafricani? | Silvano Manganaro

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