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Progetto MADE IN vol.3. Il duo di artisti Mozzarella Light (Giulia Ciappi e Marco Frassinelli) presso Sabelt. Foto © Giorgio Perottino / Artissima

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Progetto MADE IN vol.3. Il duo di artisti Mozzarella Light (Giulia Ciappi e Marco Frassinelli) presso Sabelt. Foto © Giorgio Perottino / Artissima

ARTISSIMA Made In | La fabbrica come laboratorio artistico

In occasione della 32ma edizione della fiera un focus sul progetto di residenze d’artista in aziende icona dell’eccellenza manifatturiera del torinese. Tra saperi, processi e materiali, il progetto Made In trasforma gli spazi produttivi in luoghi di invenzione condivisa e sperimentazione artistica

Guido Guerzoni

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Con un sopportabile grado di approssimazione si può far risalire al 1986 la nascita della locuzione Corporate Art – più precisamente alla sessione parallela del convegno dell’American Sociological Association in cui Rosanne Martorella - decana della sociologia dell’arte statunitense - presentò la relazione che costituì l’ossatura metodologica e concettuale dell’omonima monografia pubblicata da Rutgers University Press nel 1990.
Da allora l’accoppiata arte - impresa è entrata nell’agenda di imprenditori, aziende, fiere, fondazioni d’impresa e associazioni di categoria, sedotti dal fascino della creatività, di cui la produzione artistica contemporanea costituisce una delle espressioni più alte, con plurime forme attuative che non si esprimono solo in acquisti o sponsorizzazioni.
Le imprese operano infatti nel sistema dell’arte lungo uno spettro che ai due estremi ha da una parte le politiche puramente erogative (granting) con cui forniscono risorse finanziarie o strumentali a terzi e dall’altra quelle esclusivamente operative (acting), con cui concepiscono, sviluppano e gestiscono internamente le proprie progettualità.
In tal senso, se negli anni Ottanta non si registravano significative differenze tra Corporate Art e Corporate Collecting, negli ultimi vent’anni sono occorsi tre cambiamenti radicali: in primis le imprese sono sempre più interessate alla contemporaneità e ai protagonisti della produzione artistica e intellettuale coeva; in secondo luogo tale interesse non è più appannaggio esclusivo dei colossi multinazionali della finanza, della moda e del lusso, ma si è diffuso anche tra imprese di dimensioni più contenute operanti nei settori più disparati, dal manifatturiero ai servizi, sino agli studi professionali; infine le imprese non sono più disposte ad accettare più un ruolo ancillare di contribuenti di ultima istanza, ma esigono di partecipare, quantomeno come co-creatrici, alla genesi dei progetti artistici che supportano.
È in questa cornice che Artissima, nel 2022, propone alla Camera di commercio di Torino – che ne sposa felicemente gli obiettivi – Made In, un progetto di residenze d’artista in aziende icona dell’eccellenza manifatturiera del torinese. 
Capitalizzando il dialogo con il tessuto imprenditoriale del territorio «culla» della fiera e attivando con questo - in particolare con Licia Mattioli, Ceo dell’ omonima azienda di gioielli - un brainstorming fattivo, Artissima ha dato il via a una nuova forma di co-progettazione culturale, senza dimenticare il proprio ruolo d’attore economico facilitatore di meccanismi virtuosi di mercato. Il format della residenza d’artista non è qui l’innovazione, così come non lo sono - e lo abbiamo sottolineato in apertura - i dialoghi tra artisti e aziende. Made In insiste però sulla natura del suo promotore, una fiera commerciale, e ne sfrutta al massimo le potenzialità mescolando ingrendienti chiave:
1. Gli artisti sono emergenti, selezionati con open call, e non hanno già una rappresentanza formale sul mercato, ovvero, sono ancora alla ricerca di quel gallerista che determinerà le loro sorti nel sistema dell’arte.
2. Le residenze prevedono il mentoring di gallerie torinesi con nomi altisonanti come Franco Noero e Mazzoleni.
3. Il dialogo è con imprese conosciute a livello nazionale e internazionale, come Pininfarina o Azimut Yatch con cui gli artisti possano sperimentare cosa significhi lavorare con il privato.
4. Il percorso è accompagnato da una curatela di valore grazie all’expertise di Sonia Belfiore, fondatrice di Ultravioletto, arte + impresa.
5. Gli artisti sono chiamati a interiorizzare il mondo produttivo all’interno della loro ricerca e non a ideare capsule collection.
6. Con la sua vocazione amoureux, Artissima, trafigge gioiosamente imprese, artisti e galleristi, riservando al progetto uno spazio che valorizza le opere create in azienda accanto alle stelle più luminose del firmamento artistico.

 

 

Progetto MADE IN vol.3. Da sinistra a destra: Lorenzo Zerbini (artista), Sergio Momo (Founder e Direttore Creativo, Xerjoff). Foto © Giorgio Perottino / Artissima

Progetto MADE IN vol.3. Da sinistra a destra: Luca Ferrari (Presidente Manifattura Tessile DINOLE®), Maria Positano (artista). Foto © Giorgio Perottino / Artissima

Scandagliando i meccanismi di mercato si attenzionano con estrema forza artisti nuovi confermando l’identità da talent scouter della fiera. Daniele Di Girolamo, artista dell’edizione 2023, che ha lavorato in dialogo con Pattern Group, azienda leader nella progettazione e produzione di capi sfilata per i più importanti brand del Fashion Luxury, è attualmente rappresentato da Traffic Gallery di Bergamo. Dopo la residenza ha partecipato ad Artissima insieme alla sua galleria con un solo show che proponeva la ricerca iniziata in residenza e per la quale ha vinto il Premio Ettore e Ines Fico 2024, uno dei riconoscimenti storici della fiera.
Ma le ricadute positive dell’intreccio tra pratiche artistiche e know how aziendali si innestano anche tra processi e archivi, produzioni e scarti, competenze e saperi, nei reparti, nei laboratori, nelle divisioni di ricerca e sviluppo, nelle applicazioni pratiche dei principi dell’economia circolare. Gli artisti non sono ospiti di uno spazio, ma entrano in dialogo simbiotico con le imprese. Non lavorano per le aziende, ma grazie al dialogo con gli stakeholder ne trasformano i saperi in materia espressiva. Gli artisti condividono ritmi, materiali, macchinari, vincoli, orari e scadenze; le imprese, a loro volta, accettano l’imprevisto e si aprono a visioni inattese.
Il metodo non presuppone un’idea predefinita, ma la scoperta di ciò che l’azienda può offrire - le tecnologie, gli spazi, i prodotti, ma soprattutto le persone, che ne impersonificano la storia e la ricchezza distintiva. Nella conversazione con i diversi team di produzione, stile, comunicazione e ricerca e sviluppo, l’artista deve entrare senza proiezioni, l’impresa senza brief. Le prime ipotesi progettuali sono frutto di un processo maieutico: la vera produzione, il suo ritmo e il suo suono, suggerisce possibilità, gli spazi stimolano visioni, i vincoli tecnici la creatività. I macchinari smettono di essere strumenti e diventano linguaggi. Nicola Ghirardelli, in Mattioli ha reinterpretato il sapere orafo grazie alla disponibilità dell’azienda nel trasformare propri processi in una vera grammatica plastica a disposizione della ricerca artistica. Giulia Poppi, con Pininfarina Architecture, ha sviluppato un modulo sperimentale che intreccia arte e design, dopo un incredibile dialogo con gli ingegneri di reparto. Gli impiegati, gli ingegneri e i tecnici di Sabelt, hanno iniziato spontaneamente a conservare materiali per il duo d’artisti Mozzarella Light, come fossero parte integrante del team Sabelt; Azimut Yacht ha aperto eccezionalmente la propria sede e il proprio cantiere in orario notturno, per consentire le riprese del film di Gaia De Megni. In Made In il mercato e il sostegno imprenditoriale diventano leve immediate di crescita e reciproca conoscenza, accelerando l’ingresso degli artisti nel sistema e rafforzando il legame tra arte, imprese, creativi e territori. Per queste ragioni l’esperienza torinese di Artissima è e deve essere replicabile. Mi immagino le Camere di commercio di tutto il Piemonte partecipare per renderlo un progetto regionale e poi chissà, magari italiano.

Gli artisti e le imprese 
Vol. 1 Mara Callegaro | Carioca; Daniele Di Girolamo | Pattern Group; Andrea Di Lorenzo | Prima Industrie; Nicola Ghirardelli | Mattioli. Vol. 2 Lorena Bucur | Kristina Ti; Jacopo Naccarato | Dott. Gallina; Christian Offman | Guido Gobino Cioccolato; Giulia Poppi | Pininfarina Architecture; Vol. 3 Gaia De Megni | Azimut Yachts; Mozzarella Light | Sabelt; Maria Positano | Manifattura Tessile DINOLE®; Lorenzo Zerbini | Xerjoff

Progetto MADE IN vol.3. Da sinistra a destra: Federica Bertolini (Style Manager Azimut Yachts), Gaia De Megni (artista), Roberto Tarozzo (Project Engineer Azimut Yachts). Foto © Giorgio Perottino / Artissima

Guido Guerzoni, 28 ottobre 2025 | © Riproduzione riservata

ARTISSIMA Made In | La fabbrica come laboratorio artistico | Guido Guerzoni

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