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L’azione «Kunst und Revolution» di Brus e Muehl, all’Università di Vienna nel 1968

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L’azione «Kunst und Revolution» di Brus e Muehl, all’Università di Vienna nel 1968

A Vienna il Wam, un museo per l’Azionismo

A qualche settimana dalla morte del suo ultimo esponente, Günter Brus, si apre il 15 marzo lo spazio dedicato al movimento che martirizzava il corpo come strumento espressivo

Flavia Foradini

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L’Azionismo Viennese è una delle correnti artistiche austriache più estreme e pregnanti della seconda metà del Novecento. I principali esponenti furono Günter Brus (scomparso lo scorso 10 febbraio a 85 anni), Otto Muehl (1925-2013), Hermann Nitsch (1938-2022) e Rudolf Schwarzkogler (1940-1969), ma le istanze portate avanti negli anni ’60 e ’70 da quel gruppo ribelle, insofferente a gerarchie sociopolitiche e religiose, e contario a nostalgie estetiche moderniste, produssero germogli anche in altri artisti coevi e successivi. Ad aiutare la notorietà internazionale degli Azionisti contribuì in modo decisivo la crescente affermazione oltreconfine soprattutto di Hermann Nitsch, oggi fra gli artisti austriaci contemporanei più quotati.

Al di là delle innumerevoli controversie anche giudiziarie che hanno ammaccato l’aura dei quattro artisti, era dunque tempo che a Vienna si pensasse ad una presentazione permanente delle loro opere. Il Mumok, nel Museumsquartier, che dispone di una cospicua collezione in materia e avrebbe titolo per farlo, non ha mai concretizzato un’iniziativa in tal senso.

Ci ha pensato invece un gruppo di sei collezionisti (Reza Akhavan, Jürgen Boden, Daniel Jelitzka, Philipp Konzett, Dirk Ströer e Christian Winkler) che ha acquistato la «Sammlung 1» (Collezione 1), la parte cioè più folta della collezione della vasta «comune» di Friedrichshof, creata da Otto Muehl all’inizio degli anni ’70 nelle campagne del Burgenland, a una sessantina di chilometri dalla capitale. Quell’esperimento sociale e creativo forte di oltre 200 persone e durato fino alla fine degli anni ’80, allorché per l’artista e guru si aprirono procedimenti giudiziari sfociati in condanne nel 1991 fra l’altro per pedofilia, aveva prodotto anche la creazione di una collezione di lavori dell’Azionismo esposta a lungo in uno spazio della sede della comune.

Quel corpus di 880 dipinti, 16mila lavori su carta e oltre 60mila tra fotografie e video, con focus dal 1957 al 1973 («il maggiore al mondo»), acquistato dalla cordata «per molti, molti milioni» come dice Konzett, è stato inoltre ampliato con opere di Adolf Frohner e Alfons Schilling, considerati precursori e ispiratori dell’Azionismo: ed è questo il nucleo del museo privato Wam (Wiener Aktionismus Museum), che intende non solo presentarlo al pubblico ma anche reinventariarlo e studiarlo sia nei suoi sviluppi dalla tela dipinta all’Azione, sia nel suo influsso sulle arti performative.

A capo delle mostre vi è Eva Badura-Triska, decana fra gli storici dell’arte viennesi e in forza al Mumok fino al 2019. La sede del museo nel cuore di Vienna, (mille metri quadrati su due livelli), dispone di una sala cinematografica e di uno spazio espositivo attiguo ma indipendente, destinato a mostre temporanee ed eventi. La direttrice, Julia Moebus-Puck, 38enne studiosa tedesca dell’Azionismo e in particolare di Nitsch, sta lavorando inoltre a collaborazioni e sinergie con il Mumok, il Nitsch Museum di Mistelbach, il Filmmuseum di Vienna e con la Fondazione Morra di Napoli: «Si tratta di istituzioni rilevanti che si occupano di WA e al di fuori dei nostri confini, Beppe Morra ha promosso Nitsch davvero molto, non solo in Italia».

In questa accurata operazione «win-win» sia per i collezionisti diventati promotori sia per il pubblico, la mostra di apertura dal 15 marzo «Was ist Wiener Aktionismus?» (Che cos’è l’Azionismo Viennese?), presenta il movimento sia dal punto di vista storico artistico sia da quello del suo impatto sociopolitico, ed evidenzia il percorso dalla tela all’uso del corpo come strumento espressivo attraverso dipinti, collage, grafica, fotografie e video.

L’azione «Kunst und Revolution» di Brus e Muehl, all’Università di Vienna nel 1968

Veduta di una sala del Wam (Wiener Aktionismus Museum)

Flavia Foradini, 13 marzo 2024 | © Riproduzione riservata

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