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«Invisible Worlds», un’esperienza di scienza e arte immersiva e interattiva a 360 gradi nel nuovo Richard Gilder Center for Science, Education and Innovation. Foto: Iwan Baan

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«Invisible Worlds», un’esperienza di scienza e arte immersiva e interattiva a 360 gradi nel nuovo Richard Gilder Center for Science, Education and Innovation. Foto: Iwan Baan

A Manhattan si è aperto un canyon: il Gilder Center

Farfalle, coralli, ambienti tropicali e micromondi nel nuovo spettacolare complesso scientifico dell’American Museum of Natural History

Benjamin Sutton

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La costruzione del Richard Gilder Center for Science, Education and Innovation, per un costo di 465 milioni di dollari, dà all’American Museum of Natural History un’estensione di oltre 21mila metri quadrati su Columbus Avenue a New York. Il complesso ha aperto le porte al pubblico all’inizio di maggio. Il suo spettacolare nuovo ingresso, un luogo di incontro situato nel cuore del vasto campus dell’American Museum of Natural History, contribuisce a risolvere la complessa rete di ali e corridoi collegando la metà dei venti edifici del campus in trentatré luoghi diversi. Questa apertura segue i recenti lavori di ristrutturazione della Hall of Precious Stones and Minerals del museo e della Hall dedicata alla costa nord-occidentale degli Stati Uniti. Il Gilder Center ospita nuove aree espositive dedicate agli insetti, un ristorante, una biblioteca, aule, laboratori.
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Nel vivarium delle farfalle, i visitatori possono passeggiare tra centinaia di esemplari che volano in un lussureggiante ambiente tropicale. Un’esperienza video immersiva e interattiva intitolata «Mondi invisibili» si concentra su processi naturali microscopici, come l’attivazione dei neuroni nel cervello, lo scambio di nutrienti e acqua tra le radici di un albero e l’importanza del plancton negli ecosistemi oceanici. Secondo Ellen Futter, direttrice di lunga data del museo e ora presidente emerito (si è infatti dimessa all’inizio del 2023 ed è stata sostituita da Sean M. Decatur), in un momento in cui la scienza sta diventando sempre più politicizzata il Gilder Center svolge una funzione essenziale. «Gli obiettivi di questo edificio sono stati amplificati e resi ancora più urgenti dalla pandemia e dall’emergere di un mondo di postverità, ha detto. Questo luogo è un antidoto alla disinformazione e alla negazione della scienza».
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Il Gilder Center raggiunge questo obiettivo in parte instillando un senso di stupore e meraviglia di fronte al mondo naturale. Progettato dagli architetti dello Studio Gang di Chicago, dall’esterno l’edificio appare piuttosto ordinato e discreto, forse anche a causa dell’opposizione manifestata dagli ambientalisti quando, nel 2014, il progetto è stato annunciato. «Volevamo che ledificio risultasse invitante e il più accessibile possibile», sottolinea Jeanne Gang, fondatrice e direttrice dello Studio Gang, che lo descrive come un «edificio interno» che invita i visitatori a entrare piuttosto che proiettarsi verso l’esterno, «come se fosse stato ricavato da un blocco di cemento». Entrando nell’atrio di cinque piani, con i suoi spettacolari lucernari e le sinuose superfici in cemento, il visitatore viene trasportato in quelli che sembrano i canyon scavati dai fiumi del deserto sud-occidentale degli Stati Uniti, o forse sott’acqua, in una barriera corallina tropicale. Questa straordinaria estensione del campus dell’American Museum of Natural History non ha precedenti nell’architettura pubblica di New York.
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Un particolare della scala nell’atrio di esplorazione Kenneth C. Griffin. Foto: Iwan Baan

La biblioteca di ricerca e il centro di apprendimento David S. e Ruth L. Gottesman. Alvaro Keding. © AMNH

La facciata ondulata del Gilder Center, che evoca il fenomeno della stratificazione geologica. Alvaro Keding. © AMNH

Benjamin Sutton, 08 agosto 2023 | © Riproduzione riservata

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