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Melanie Gerlis, Emily Sharpe
Leggi i suoi articoliMaastricht (Paesi Bassi). Anche se disomogenee, quantomeno ci sono state delle vendite alla vivace «anteprima vip» del Tefaf il 10 marzo. Gran parte del clamore iniziale si era concentrato su opere di pittura antica vendute prima che la fiera aprisse i battenti della 29ma edizione. Si trattava, in effetti, di pezzi straordinari. «Il paziente privo di sensi (Senso dell’odorato)», 1624-25 ca, un Rembrandt scoperto di recente, parte di una serie sul tema dei cinque sensi, venduto da Talabardon & Gautier alla Leiden Collection (istituzione newyorkese di proprietà del finanziere Tom Kaplan che gestisce un fondo speculativo a Manhattan), per una somma, si dice, tra i 3 e i 4 milioni di euro.
Allo stesso modo, con un accordo pare concluso per l’inaugurazione di Tefaf, Colnaghi ha venduto una natura morta di Roelant Savery del 1615 (in ottime condizioni) al Mauritshuis dell’Aia per 6,5 milioni di euro (con il contributo della lotteria BankGiro, della Rembrandt Association e di un anonimo privato).
Il semplice fatto che vi siano state vendite (e vendite di questo calibro) ha contribuito a consolidare la reputazione della fiera, dato che i mercanti di arte antica che vi partecipano avevano iniziato l’anno con la sensazione di un mercato in fase di raffreddamento. «In questa fiera c’è pressione», ha detto il mercante di disegni degli antichi maestri Stephen Ongpin.
Piccoli e vincenti
Nei vari settori dell’arte antica (è risaputo) l’offerta è critica, ma se le opere importanti fresche sul mercato e di grandi dimensioni sembravano poche e lontane dalla fiera di quest’anno, la qualità era presente nei formati più piccoli. «Secondo me, i pezzi forti alla fiera di quest’anno sono i piccoli formati», ha dichiarato Nazy Vassegh, direttrice della fiera Masterpiece di Londra.
Oltre al Rembrandt di Talabardon & Gautier, tra gli altri gioielli degli Old Masters in evidenza citiamo un olio su rame di El Greco di recente scoperta, «Cristo sulla Croce» (1573-76 ca, 4,2 milioni di euro alla Galerie Sanct Lucas di Vienna). L’opera venne dipinta durante il decennio di residenza in Italia dell’artista cretese ed è stata recentemente accettata come di El Greco da esperti del Museo del Prado. Un’altra aggiunta alla produzione di un artista la si trovava nello stand di Simon Dickinson (Londra-New York): il «Ritratto del re Enrico III» di Nicholas Hilliard (1551-89), al prezzo di 280mila euro, venduto il secondo giorno di fiera. Le affiliate armi di Colnaghi comprendevano un set di tre sculture in legno di bosso di 15 cm di altezza («Cristo e i due ladroni») di Georg Petel (1601-35), al prezzo di 800mila euro che sono andate a un collezionista americano.
Anche la gioielleria contemporanea in alluminio da Hemmerle (Monaco di Baviera), in uno stand che ha fatto sensazione per il suo design particolare, ha goduto di un buon successo di pubblico (i prezzi partivano da 24.800 euro, con vendite registrate nelle primissime ore di fiera).
Opere su carta
L’edizione di quest’anno di Tefaf proponeva un necessario restyling, che comprendeva un soffitto di rete bianca e un’illuminazione diffusa che dava a tutta la fiera un’atmosfera più ariosa e fresca. Il cambiamento di gran lunga più gradito è stato la sezione dedicata alle opere su carta: i suoi 20 partecipanti esponevano al primo piano della fiera. Tefaf ha più che aperto la sezione, rendendola altamente visibile dall’area dell’antiquariato (e dal suo ampio «seafood bar»), aggiungendo ascensori per portarci i visitatori. «È un grande miglioramento», ha detto Stephen Ongpin. «Non ci tengono più al tavolo dei bambini». Ongpin aveva realizzato svariate vendite fin dall’inizio, tra cui pezzi olandesi di Jacob Adriaensz. Backer (1608-51) e Govaert Flinck (1605-60), con prezzi «da alcune migliaia di euro a poco meno di 100mila», ha riferito.
«Non potete immaginare quanto siamo contenti», ha detto della ristrutturazione un suo collega espositore di opere su carta, il viennese Alois Wienerroither. Tra le prime vendite della sua galleria, un’opera a carboncino e acquerello del 1912 di Oskar Kokoschka acquistata dalla Neue Galerie di New York (l’opera aveva un prezzo di 100mila euro ca).
New York
In fiera è stato anche dibattuto il progetto che Tefaf ha recentemente annunciato di lanciare due edizioni più piccole a New York, con molti mercanti che iniziavano le procedure di iscrizione per il prossimo evento, dedicato alle opere più antiche, che si terrà alla Park Avenue Armory dal 22 al 27 ottobre. In considerazione del fitto calendario di eventi commerciali di settore, gran parte del dibattito era su come far convivere questa nuova fiera con altri impegni (Frieze Masters a Londra agli inizi di ottobre è piuttosto vicina), oltre alla questione di come la fiera riuscirà a ridurre i suoi 270 mercanti a un numero compreso tra 80 e 90 nelle edizioni newyorkesi. Si aggiunga il desiderio degli organizzatori di farla conoscere quanto più possibile al pubblico americano, che ha anche gusti latinoamericani. «Molti dei mercanti che esporranno a New York non sono qui», ha dichiarato Michael Plummer, co-organizzatore delle edizioni statunitensi con il suo socio di Artvest Jeff Rabin. «Saremo il più possibile corretti e ragionevoli», ha aggiunto.