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Carlino Corezzi
Leggi i suoi articoliNel 2023, con la morte di Gunther Hans Ludwig Kiss e della moglie a pochi mesi di distanza, si è aperto un capitolo complesso e ancora in corso che riguarda la loro villa situata a Lesa, sulle rive del Lago Maggiore.
Il facoltoso imprenditore tedesco naturalizzato svizzero, magnate della Thermoselect, negli ultimi anni della sua vita aveva lasciato Locarno per ritirarsi a Lesa, sulle rive del Lago Maggiore. Qui custodiva una straordinaria collezione di circa 300 opere d’arte di grande valore, alcune di autori come Picasso, Modigliani, Bruegel il Giovane e Rodin. Non avendo eredi diretti, i coniugi Kiss avevano provveduto a destinare il loro patrimonio alla Fondazione Kan, con sede in Lichtenstein. Una complessa situazione ereditaria che ha dato subito il via a una lunga battaglia legale internazionale, intrapresa da alcuni creditori. Il Tribunale Civile di Verbania, con a capo la giudice Vittoria Mingione, ha nominato un curatore per gestire l’eredità giacente e tutelare i diritti dei creditori, in attesa di una definizione definitiva della successione.
«La villa di Lesa risultava di proprietà di una società semplice, le cui quote sono state cedute a un imprenditore edile svizzero, che oggi - suo malgrado - si trova a difendere le sue ragioni nel contenzioso insorto sulla destinazione dell’eredità dei coniugi Kiss da parte di uno dei più importanti gruppi energetici tedeschi, la Energie Baden-Württemberg Ag, e da alcuni dipendenti della coppia. EnBw afferma di vantare un credito di 24 milioni dopo aver vinto una lite giudiziaria contro Kiss da cui aveva acquisito alcuni brevetti. Il personale della coppia rivendica molto meno: il Tfr e altre indennità per il lavoro svolto, soprattutto nella custodia e manutenzioni della dimora a Lesa, dove tre giorni fa è arrivata la Guardia Civil spagnola con i carabinieri del nucleo Tutela del Patrimonio culturale di Torino», come riportato da Cristina Pastore su La Stampa.
A riaccendere l’attenzione sul caso sono il sequestro e la restituzione di un nucleo di 65 opere d’arte riconsegnate nei giorni scorsi alla Spagna, grazie a un’operazione congiunta tra la Guardia Civil spagnola e i Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, supportata da Eurojust. Le opere in questione sono state identificate come provenienti da una villa a Marbella, di proprietà dei coniugi, ma esportate senza le necessarie autorizzazioni.
«Il valore stimato di queste 65 opere si aggira intorno ai 3 milioni di euro. Tra i pezzi restituiti spicca una retablo ligneo del 1520 (vincolato dallo Stato spagnolo), raffigurante scene della Passione di Cristo, finemente intagliata, policroma e dorata. I coniugi avevano formalmente richiesto l’autorizzazione per trasferire le opere in Italia, ma il permesso era stato negato dalle autorità spagnole. Nonostante il divieto, le opere vennero comunque trasportate nel nostro Paese. Il sequestro è avvenuto in seguito a un sopralluogo nella villa operato dalle autorità competenti, e ha coinvolto anche dipinti, sculture, specchiere, mobili e arazzi, tutti di rilevante valore storico e artistico, non vincolate, a differenza del retablo, ma comunque esportate senza autorizzazione e di conseguenza restituite allo Stato spagnolo», hanno dichiarato durante la cerimonia il generale Francesco Gargaro, del Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio Culturale e Benedetta Brison della Soprintendenza di Novara, come riportato da La Stampa e e La Repubblica.
Le restanti circa 200 opere restano conservate nella villa di Lesa, dove sono attualmente sottoposte a un contenzioso legale riguardante l’eredità di Gunther Kiss e di sua moglie, in una vicenda che rimane aperta.
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