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I caschi blu si addestrano a Torino

Federico Castelli Gattinara

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Unite4Heritage: la task force italiana dell’Unesco interverrà nelle aree di crisi con un contingente di 60 unità (storici dell’arte e Carabinieri)

Gran parterre nell’aula X delle Terme di Diocleziano, alla firma istitutiva della task force italiana nel contesto della coalizione globale Unesco Unite4Heritage per la difesa del patrimonio culturale. «Siamo il primo Paese», ha rivendicato con orgoglio il ministro Dario Franceschini, e del resto la competenza dell’Italia nella salvaguardia del patrimonio culturale è una delle nostre poche eccellenze riconosciute a livello internazionale.

Ben quattro i ministri presenti e firmatari, con Franceschini i suoi omologhi degli Esteri Paolo Gentiloni, della Difesa Roberta Pinotti, dell’Istruzione Stefania Giannini, insieme al direttore generale dell’Unesco Irina Bokova e al comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette. «Siamo entrati in un tempo che non pensavamo di vivere», ha detto Franceschini. È quello in cui il patrimonio non solo viene distrutto ma le devastazioni sono filmate e mandate in rete, emblema del folle tentativo di annientare una cultura, un’identità, una religione. E quanto viene risparmiato spesso è trafugato e rivenduto per finanziare questi gruppi terroristici.

L’Italia è per una volta l’«avanguardia» e ha già pronto un contingente di 60 unità per intervenire nelle aree di crisi: storici dell’arte, studiosi, restauratori dei vari istituti centrali specializzati (Iscr, Opd, Archivistico e Librario, Catalogo e Documentazione), i bravissimi Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale. A dirigerlo sarà un loro ufficiale superiore e in futuro, attraverso il Miur, entreranno a farne parte anche atenei e docenti universitari che hanno già manifestato la loro disponibilità.

I caschi blu della cultura interverranno tramite l’Unesco, su richiesta di uno Stato membro, prima, durante o dopo un conflitto o una catastrofe naturale, per stimare danni, pianificare operazioni di salvaguardia, fornire supervisione tecnica e formazione per i restauri, i trasporti in sicurezza, il contrasto a saccheggi e i traffici illeciti di reperti e opere d’arte. 

«L’Italia si conferma così una grande potenza culturale in grado di assumere importanti incarichi in ambito internazionale», ha dichiarato Franceschini. È il primo passo concreto di quel percorso intrapreso all’Expo il primo agosto scorso, quando oltre 80 ministri della Cultura siglarono la Dichiarazione di Milano per la difesa dei beni artistici, storici e archeologici minacciati dalla distruzione.

Alla fine di settembre il presidente del consiglio Matteo Renzi perorò la causa all’Assemblea generale dell’Onu e il 17 ottobre la proposta italiana per i «caschi blu» venne approvata dal Consiglio esecutivo dell’Unesco. Il ministro Gentiloni ha parlato di «imperativo morale e umanitario. Si colpiscono dei simboli perché si vuole colpire la cultura, l’istruzione, la consapevolezza degli uomini. Si scomunica la musica, si cercano di cancellare tradizioni secolari di diversità e di pluralismo. Una vera e propria pulizia culturale. I cristiani della piana di Ninive, le minoranze yazide, sono lì a testimoniarlo».

E ha ricordato, tra gli altri impegni, le oltre 170 missioni archeologiche in tutto il mondo sostenute dalla Farnesina. Del Sette ha menzionato quanto fatto in passato in Kosovo e in Iraq. Pinotti ha elogiato i Carabinieri nella loro duplice veste di militari e per le loro competenze sul territorio, ricordando il rispetto delle culture, delle popolazioni, del patrimonio, come chiave del successo delle nostre missioni all’estero. Bokova ha confessato di provare «emozione, entusiasmo e un grande senso di responsabilità». Alla distruzione di arte e cultura, ha detto, «noi rispondiamo con la ricostruzione di un mausoleo, il restauro degli scritti della sapienza islamica, la ricostruzione del ponte di Mostar».

Contestualmente i ministri Franceschini e Gentiloni e il sindaco di Torino Piero Fassino hanno firmato il protocollo d’intesa per la costituzione a Torino, terzo polo delle Nazioni Unite in Europa per attività, di un Centro internazionale Unesco di formazione e ricerca nel settore del patrimonio mondiale e dell’economia della cultura. Servirà anche a formare i futuri nuovi «caschi blu». Troverà sede all’interno dell’area di Italia ’61 (edificata per ospitare a Torino, nel centenario dell’Unità, l’Esposizione Internazionale del Lavoro), oggi occupata da varie organizzazioni internazionali, soprattutto dell’Onu, come l’ItcIlo (il Centro di formazione dell’International Labour Organization), lo Staff College Onu e l’Unicri. 

Federico Castelli Gattinara, 01 marzo 2016 | © Riproduzione riservata

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