Un batterio attacca l’angelo di Dalí

La Fondazione ha riunito un team di specialisti di diverse discipline

I tecnici al lavoro
Roberta Bosco |  | Figueres

Mentre il Covid-19 ha ridotto dell’82% i visitatori dei musei Dalí (la sede principale di Figueres, il Castello di Puból e la casa di Portlligat), la Fondazione Dalí deve combattere contro un dannoso batterio che ha attaccato «La croce dell’angelo» conservata a Figueres.

Realizzata nel 1960 in oro, ambra, citrino, diamanti, platino, corallo, topazio, lapislazzuli e pirite-marcasite (solfuro di ferro), la croce è alta 70 centimetri. I conservatori avevano notato la disgregazione di una parte della base dovuta ad aumento dell’umidità e proliferazione batterica.

Per studiare il modo migliore di restaurare l’opera ed eliminare le condizioni che hanno favorito lo sviluppo di batteri responsabili del degrado, la Fondazione Dalí ha riunito un team di specialisti di diverse discipline: gioielleria, chimica, gemmologia e mineralogia. Alcuni campioni di marcasite sono stati inviati a un laboratorio in Corea per sequenziare il Dna dei batteri e conoscerne il comportamento.

La croce è stata quindi fumigata con vapori di ammoniaca all’interno di un recipiente chiuso e poi restaurata. Nessuno degli altri 38 gioielli della collezione Owen Cheatham è in pericolo.

© Riproduzione riservata La «Croce dell'Angelo»
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