I giovani collezionisti comprano Old Masters? I galleristi di Tefaf Maastricht puntano sui cambiamenti di gusto
Il settore potrebbe trarre vantaggio dagli acquirenti trasversali condizionati dal mondo della moda e dalle istituzioni che cercano di diversificare le collezioni

Gli Old Masters sono un affare complesso. «Non è un business per i deboli di cuore. O per i frettolosi», ha dichiarato Carlo Milano, fondatore nel 2012 della galleria londinese Callisto Fine Arts.
Durante l’apertura della 36ma edizione di Tefaf Maastricht, dove Milano espone per la prima volta nella sezione Showcase per le gallerie con meno di dieci anni di attività, il gallerista ha dichiarato che «l'atmosfera era giusta», anche se le vendite si sono rivelate difficili nel giorno di apertura (i prezzi vanno da 7.500 a 175.000 euro). A differenza delle fiere d'arte contemporanea, a Tefaf la pre fiera non è vista di buon occhio. «Alcune delle mie opere hanno impiegato otto anni per essere vendute, ma cosa sono otto anni quando si ha a che fare con 500 anni di storia?», ha aggiunto Milano.
Un altro nuovo arrivato, Will Elliott di Elliott Fine Art, ha venduto tre opere nelle prime ore, tra cui un quadro di una giovane sposa di Betlemme, opera del pittore belga del XIX secolo Albrecht de Vriendt, acquistato per 120mila euro da un museo statunitense. Ha sottolineato come le istituzioni stiano «cercando di diversificare le loro collezioni» privilegiando opere di pittori non bianchi. «Quest’area del mercato è molto più attiva rispetto a due o tre anni fa», ha affermato Elliott.
Secondo alcuni mercanti, gradualmente si sta assistendo a un cambiamento anche tra gli acquirenti privati. «In genere, il collezionista di Old Masters ha una certa età, è maschio ed è europeo. Ora conosciamo una nuova generazione, più giovane e con un diverso approccio, ha detto Milano. Il tipo di collezionista che si concentra su una scuola o un artista specifico viene sostituito da una nuova categoria di appassionati, più giovani, che amano l'immagine e la storia che racconta». Quest'anno il Frick Museum ha portato in fiera 15 mecenati di età inferiore ai 40 anni nel tentativo di incoraggiarli a collezionare. Tra gli altri musei presenti vi erano il Museo d'Orsay, le Gallerie degli Uffizi e il Minneapolis Institute of Art.
Il veterano mercante britannico Nicholas Hall ha sottolineato come un gruppo crescente di collezionisti trasversali sia influenzato da stilisti come Jonathan Anderson, Raf Simons e Vivienne Westwood, che si sono appropriati elementi e motivi tipici degli Old Masters. I collezionisti non tradizionali, ha aggiunto, sono attratti da «soggetti strani», come i paesaggi fantastici, i teschi e le streghe di Hieronymus Bosch, così come dalle «nature morte moderniste», in particolare i quadri olandesi e spagnoli del XVII secolo, dai ritratti «diretti e audaci» e dalle opere dei «grandi nomi: Leonardo, Rembrandt, ecc».
Il giorno dell’inaugurazione di Tefaf, Hall ha riferito di aver venduto un'opera del pittore barocco tedesco Johann Carl Loth per «meno di 500mila dollari». Ha dichiarato anche di aver cercato di dare un «tocco più contemporaneo» al suo allestimento in fiera, pur riconoscendo che «i quadri dell'Old Master stanno benissimo con le opere contemporanee e moderne, ma non sono valorizzati in un white cube». Nel 2018, Hall ha collaborato con il gallerista contemporaneo David Zwirner per una mostra intitolata «Endless Enigma: Eight Centuries of Fantastic Art», e si dice che siano in cantiere future operazioni simili. Tra le opere che Hall è riuscito a vendere c'erano un tardo Tiziano, acquisito da un collezionista di contemporaneo, oltre a diversi pezzi di scultura medievale e un disegno di Goya. Hall sarebbe in buona compagnia visto che la scorsa settimana il Financial Times ha riportato che la galleria contemporanea Saatchi Yates sta lanciando una divisione Old Masters.
Com’è logico, ci sono diversi modi per fare nuove scoperte nella storia dell'arte antica. A Tefaf il mercante britannico Stuart Lochead espone le opere di due scultrici del XIX secolo, Félicie de Fauveau e Charlotte Besnard, alle quali crede «sia stato a lungo negato il proprio posto nel canone della storia dell'arte». Lochhead ha osservato che i musei sono «particolarmente interessati a colmare le lacune delle loro collezioni», pur sottolineando che «prima di ogni altra cosa un artista deve essere un buon artista». Il ritratto in marmo di re Enrico V di De Fauveau è stato venduto il secondo giorno della fiera a un'istituzione statunitense per un prezzo «nell’ordine dei 170mila dollari».
La ricerca di capolavori di grandi maestri è un problema costante per i mercanti e in fiera non si sono concluse vendite a grandi cifre. Una delle migliori è stata registrata il giorno dell'inaugurazione presso lo stand di Lochhead per una scultura di Barthélemy Prieur, «Lion Devouring a Doe», venduta per circa 1,4 milioni di sterline. Per quanto elevata rispetto agli standard, la vendita impallidisce in confronto ai prezzi raggiunti per l'arte contemporanea. Nel 2021, infatti, gli Old Masters europei hanno rappresentato solo il 4% delle vendite nelle aste di belle arti, contro il 45% rappresentato dall’arte contemporanea.
Diversi mercanti hanno sottolineato che il confronto sta a zero, dato che il tipo di collezionista coinvolto nel mercato dell'arte contemporanea è più interessato all'investimento che ai «valori di bellezza, qualità e rarità», come racconta Antonacci Lapiccirella. A due giorni dall'apertura della fiera, il mercante italiano ha venduto «Le quattro stagioni» (1940) di Giacomo Balla a un collezionista privato europeo per circa 1 milione di euro.
Dal punto di vista del pubblico Charles Beddington ha osservato che l’interesse non manca, come dimostrano le code di fronte al Prado e al Louvre e i risultati della mostra su Vermeer al Rijksmuseum, andata esaurita quasi subito.
Con il tempo, i mercanti sperano che questo interesse si riversi sul mercato: «Credo che ci sia una crescente sensazione che i dipinti degli Old Masters siano sottovalutati rispetto a quasi tutto il resto, non solo l'arte contemporanea ma anche la scultura e i disegni», ha concluso Beddington.