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Adrien Meyer, co-presidente di Impressionist and Modern Art, durante la vendita di «Les Poseuses, Ensemble (versione Petite)» di Georges Seurat all’asta di Paul G. Allen Collection il 9 novembre 2022 presso Christie’s New York © Christie's

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Adrien Meyer, co-presidente di Impressionist and Modern Art, durante la vendita di «Les Poseuses, Ensemble (versione Petite)» di Georges Seurat all’asta di Paul G. Allen Collection il 9 novembre 2022 presso Christie’s New York © Christie's

Un record assoluto per il mercato dell’arte: Christie’s fattura 8,4 miliardi nel 2022

Le collezioni di un solo proprietario e i millennial fanno crescere i ricavi della casa d’aste nonostante il «difficile contesto macro»

«È un record assoluto, non solo per Christie’s ma per il mercato dell’arte». Così Guillaume Cerutti, amministratore delegato della casa d’aste, ha commentato gli 8,4 miliardi di dollari accumulati dall’azienda nel 2022, durante la conferenza stampa di oggi. «Siamo in un contesto macro economico difficile, ma queste cifre dimostrano la resilienza del mercato dell’arte».

Le vendite all’asta hanno rappresentato 7,2 miliardi di dollari del totale e le trattative private 1,2 miliardi di dollari. Più di 45mila lotti sono stati venduti da Christie’s nel corso dell’anno, con un importante tasso di vendita medio dell’85%. A differenza di Sotheby’s, che per la prima volta quest’anno ha unito le aste di immobili e di auto d’epoca a quelle di opere d’arte e di lusso, Cerutti ha sottolineato come Christie’s sia una «purista». E ha aggiunto: «Qui ci concentriamo sull’arte e sul lusso, che sono le nostre attività principali».

Le belle arti, in particolare le opere del XX e XXI secolo, hanno contribuito in modo significativo al risultato finale dell’azienda. Le vendite di questa categoria hanno totalizzato 6,2 miliardi di dollari, con un aumento del 21% rispetto all’anno precedente. I beni di lusso hanno guadagnato 988 milioni di dollari, con un aumento del 2%; i classici hanno accumulato 789 milioni di dollari, con un aumento del 37% rispetto al 2021; ma l’arte asiatica è scesa del 20% a 397 milioni di dollari.

La parola d’ordine per il 2022 è collezioni. Cerutti ha descritto la vendita di Paul G. Allen, che ha raggiunto la cifra record di 1,6 miliardi di dollari (anche se tutti effettivamente pre-venduti tramite garanzie), come «un momento decisivo per il mercato dell’arte, per l’arte e per la filantropia», anche se Christie’s non ha ancora annunciato quali enti di beneficenza godranno della vendita.

Questa e altre collezioni di singoli proprietari, come la prima asta dedicata alla coppia di artisti Claude e François-Xavier Lalanne negli Stati Uniti, hanno contribuito a un notevole aumento (73%) delle vendite nelle Americhe, che hanno totalizzato 4,55 miliardi di dollari. Christie’s Francia ha raccolto circa 500 milioni di dollari, il suo totale più alto di sempre, con collezioni, tra cui quella dello stilista Hubert Givenchy, che hanno rappresentato la metà dei ricavi.

Le vendite in Asia, invece, sono diminuite del 20%, a 833 milioni di dollari, un dato che non sorprende in un anno ancora segnato dalle restrizioni di Covid, in particolare a Hong Kong e in Cina.

Tuttavia, i collezionisti asiatici sono ancora considerati fondamentali per la crescita, in particolare quando si tratta di acquirenti millennial, il 40% dei quali proveniva dall’Asia nel 2022. Complessivamente, i millennial hanno rappresentato il 21% degli acquirenti globali e hanno generato il 10% (172 milioni di dollari) del totale degli acquisti globali di arte contemporanea, con giovani artisti di tendenza come Matthew Wong, Adrian Ghenie e Anna Weyant tra i preferiti. Altri 110 milioni di dollari sono stati spesi per orologi, gioielli, borse, scarpe da ginnastica e vino. A dimostrazione del potere del digitale, uno straordinario 89% degli acquirenti ha acquistato tramite canali online.

Poiché i clienti cercano maggiori certezze in un mercato meno spumeggiante, le garanzie sono aumentate dell’86% rispetto al 2021 (688 nel 2022 contro le 369 dello scorso anno). Tuttavia, come ha osservato Cerutti, «le garanzie sono molto spesso in gioco per i lotti di valore più elevato», quindi «non sono un fattore determinante dell’elevato tasso di vendita». In effetti, le garanzie hanno rappresentato solo l’1,6% di tutti i lotti venduti da Christie’s quest’anno; nel 2021 erano lo 0,9%.

Guardando al 2023, Ben Gore, direttore operativo di Christie’s (quando si può meglio tradurre in italiano le cariche), ha descritto ciò che accadrà in seguito come «la domanda da un trilione di dollari». Ha sottolineato come l’azienda sia stata alle prese con l’inflazione e la guerra in Ucraina, tra gli altri fattori negativi. Ma ha affermato che: «La forza di ciò che facciamo, con le collezioni, con la curatela, con un team forte, ci porterà avanti».

Adrien Meyer, co-presidente di Impressionist and Modern Art, durante la vendita di «Les Poseuses, Ensemble (versione Petite)» di Georges Seurat all’asta di Paul G. Allen Collection il 9 novembre 2022 presso Christie’s New York © Christie's

Anny Shaw, 20 dicembre 2022 | © Riproduzione riservata

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