Federico Castelli Gattinara
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La battaglia in Italia per il voto alle donne, tanto amministrativo quanto politico, affonda nell’Ottocento e trova una soluzione in due decreti del 31 gennaio 1945 e del 10 marzo 1946 che concessero loro rispettivamente il diritto al voto (con almeno 21 anni) e all’eleggibilità (con almeno 25 anni). Le prime elezioni politiche a cui parteciparono furono quelle che, in un’Italia distrutta dalla guerra, scelsero il 2 giugno 1946 la forma di governo tra monarchia e repubblica.
Per ricordare i 70 anni di questa svolta storica la Camera dei Deputati, in particolare la sua presidente Laura Boldrini, ha voluto ospitare nella Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, dal primo dicembre al 5 gennaio, la mostra «Vo(l)to di donna», prodotta e organizzata da MetaMorfosi per la cura di Silvia Pegoraro con Graziella Falconi e Anna Carla Merone.
Il percorso si articola in tre sezione: la prima presenta donne ritratte da grandi pittori italiani del secolo scorso, da Boldini, Balla, Boccioni, Soffici, Sironi, Martini, al celebre ritratto di Palma Bucarelli realizzato da Savinio nel 1945 e ancora Guttuso, Manzù, Levi, gli anni Sessanta di Rotella, Pascali, Festa, Schifano e così via fino alle stagioni più recenti con Pizzi Cannella e altri.
La seconda sezione raccoglie le artiste italiane del ’900 e il loro fondamentale apporto all’evoluzione dell’arte nel Paese e nel mondo, con lavori di Giosetta Fioroni, Carla Accardi, Paola Gandolfi, Benedetta Cappa Marinelli, Marilù Eustachio, Pippa Bacca e altre.
La mostra si conclude poi con 16 «nuove italiane» arrivate da ogni parte del globo ma italiane d’adozione, artiste impegnate e affermate che innestano il substrato culturale delle loro origini con il nostro Paese, la sua eredità culturale, il tema dei diritti, della libertà ed emancipazione.
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