Vik Muniz a Venezia: «Sono un artista musivo»

Pasquale Gagliardi e Luca Massimo Barbero a Palazzo Cini
Lidia Panzeri |

Venezia. «La prima volta che venni a Venezia rimasi affascinato dalla sua frammentazione… Mi ci volle un po’ per capire che stavo vedendo la città con l’occhio dell’artista musivo, di colui che crea un tutto sommando vari pezzi».
Artista musivo: così Vik Muniz definisce se stesso. Una seconda componente è il bagliore della luce del tramonto, quello che dà il titolo alla mostra «Afterglow: Pictures of Ruins», aperta dal 21 aprile e fino al 15 novembre alla galleria di Palazzo Cini a San Vio. Infine il tema delle rovine, così legato ai capricci dei vedutisti veneziani e non.
Un evento dalla lunga genesi, costruito sull’intenso scambio tra l’artista e il curatore, Luca Massimo Barbero, e sul confronto con la collezione di arte antica al primo piano del palazzo. Ne è una riprova il rombo che reinterpreta, nello stesso formato, l’allegoria (in realtà una rissa) del pittore ferrarese
...
(l'articolo integrale è disponibile nell'edizione su carta)

© Riproduzione riservata L'installazione in vetro di Vik Muniz. Courtesy Berengo Studio. Photo credit Francesco Allegretto Vik Muniz, «Fantasy Landscape with Ruins and Figures, after Canaletto», Afterglow 2017, © Vik Muniz (2017). Per gentile concessione di Ben Brown Fine Arts, Londra
Altri articoli di Lidia Panzeri