Ritorna dall’11 al 31 maggio l’appuntamento di Milano Asian Art, cui concorrono, con otto mostre tematiche, sei gallerie e i musei Poldi Pezzoli e Mudec-Museo delle Culture, partner dell’iniziativa, che conservano pezzi o collezioni affini a quelli esposti dagli antiquari partecipanti.
 
Da Mirco Cattai (via Manzoni 12, nel palazzo del Museo Poldi Pezzoli), la mostra «Maki-e: Lacca d’Oro» esibisce scatole di lacca dorata, molto simili a quella esposta nelle collezioni di Arte orientale del Mudec, mentre i cento netsuke del Poldi Pezzoli si confrontano con quelli «marini» della mostra «Nelle leggende, il Mare», della Galliavola (via Borgogna 9), che per la prima volta espone anche esemplari contemporanei. Ma il Poldi Pezzoli contribuisce alla manifestazione anche con fotografie di vita quotidiana del Giappone del periodo Meiji, del Museo delle Culture di Lugano, esposte nella mostra «C’era una volta in Giappone. Fotografie e netsuke del XIX secolo».


Splendide fotografie (queste scattate all’inizio del XX secolo in Ladakh e Tibet) sono in mostra anche da Renzo Freschi (via Gesù 17), che presenta «Il Tibet di Giuseppe Tucci: Fotografie e spedizioni degli anni ’30». Affascinanti tessuti ricamati sono esposti da David Sorgato (via Sant’Orsola 13) nella mostra «Raqm, nel segno del ricamo. Dal XV al XIX secolo, ricami preziosi in Oriente e in Europa» (quelli orientali giungono da Persia, Cina, Uzbekistan, Tagikistan, Afghanistan, Iraq), mentre Dalton.Somaré (via Borgonuovo 5) con la mostra «Dei e Demoni dell’Asia» punta sulle sculture di bronzo e pietra indo-buddiste, specie del buddismo tantrico tibetano, e Giuseppe Piva (via San Damiano 2) presenta una serie di «Byōbu: paraventi giapponesi», in prevalenza del periodo Momoyana (1575-1615) ed Edo (1615-1868).