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Un milione e mezzo di vetri di Murano

Carla Cerutti

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«Eppur si muove!», esclama con soddisfazione Marco Arosio all’indomani delle due tornate che hanno disperso, il 21 febbraio da Cambi a Milano, 189 vetri di Murano del XX secolo, con il 67% di lotti aggiudicati e il 95% di venduto in valore, fatturando 1.498.000 euro.


Anche se i risultati sono stati, con le dovute eccezioni, meno eclatanti dell’asta battuta a giugno scorso, in questo nuovo appuntamento è stata maggiore la partecipazione dei collezionisti italiani che, pur osando meno nelle offerte, mostrano di essersi finalmente accorti delle forti potenzialità che può avere, sul mercato, il vetro di Murano contemporaneo di qualità.


«Mi auguro, ha aggiunto Arosio, che quest’attenzione dei nostri collezionisti continui a progredire, garantendo così maggior stabilità al mercato, oggi appannaggio di un manipolo straniero molto forte e, per questo motivo, soggetto maggiormente ad alti e bassi, a seconda del momento. Comprare, per un collezionista, è un fatto “di pancia”: impossibile stabilire regole fisse. Questa è la ragione per cui è estremamente difficile, dopo un’asta eccezionale come quella battuta a giugno scorso, ottenere nuovamente gli stessi risultati».


Infatti un vaso della serie «Mosaico-tessuto» di Paolo Venini del 1954 ca è stato acquistato per 52.500 euro, mentre un esemplare analogo (a dire il vero più particolare nella forma e nella tessitura musiva) era stato battuto a giugno per ben 250mila, e un vaso della serie «Eldorado Pulcheria» di Dino Martens per Aureliano Toso, del 1950 ca, che a giugno era stato conteso allo sfinimento da due collezionisti fino a raggiungere i 231.250 euro, è rimasto invenduto.


Di contro, un vaso della serie «Scozzesi» di Fulvio Bianconi per Venini, del 1954 ca, proveniente dalla collezione Pistilli di Napoli, ha raggiunto (da una stima iniziale di 100-120mila euro) la sorprendente cifra di 275mila, pagata da un collezionista straniero, così come straniero è stato l’acquirente a 200mila del secondo top lot, il grande vaso della serie «Mosaico» di Ercole Barovier per gli Artisti Barovier (1924 ca), con meraviglioso tessuto musivo di murrine trasparenti a losanghe policrome, partito da una stima di 90-120mila euro.


A seguire, l’aggiudicazione per 125mila di un’elegante anfora in vetro incamiciato turchese con decoro in rilievo di colombe in volo, pezzo unico di Venini su disegno di Tomaso Buzzi del 1932 ca, già esposta alla mostra alla Fondazione Cini nel 2014.


Confermato l’interesse per Carlo Scarpa e per Thomas Stearns, del quale un vaso «Cappello del Doge» per Venini del 1962 ca è stato aggiudicato a 60mila euro.


Ottime le quotazioni, infine, per Ercole Barovier anche nella produzione dagli anni ’30 agli anni ’60: i suoi bei «Parabolici», «Dorico corniola» e «Intarsio», a grandi tessere trasparenti, sono stati acquistati al telefono da un collezionista italiano per circa il doppio della valutazione iniziale.

Carla Cerutti, 10 aprile 2017 | © Riproduzione riservata

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