Image

Un miliardo per 33 grandi progetti

Federico Castelli Gattinara

Leggi i suoi articoli

Stanziato dal Governo il Piano strategico «Turismo e Cultura» per vecchi e nuovi interventi, inclusa qualche «impresa di alto valore simbolico»

È «la più grande operazione di intervento sul patrimonio culturale della storia repubblicana», esordisce Dario Franceschini nel presentare il 2 maggio nella sede Mibact del Collegio Romano il miliardo per la cultura deciso dal governo Renzi. In gergo tecnico è il Cipe, il Comitato interministeriale per la programmazione economica, ad aver approvato il Piano strategico «Turismo e Cultura» proposto dal ministro, che prevede lo stanziamento di un miliardo di euro del Fondo sviluppo e coesione 2014-20 tramite la realizzazione di 33 grandi interventi di tutela e valorizzazione.

In effetti non è poco, se si pensa che nel presentare la finanziaria 2010 (sembra un secolo fa ma non è così) l’allora ministro dell’economia Giulio Tremonti sosteneva che «con la cultura non si mangia». E che fino al 2014 non si è fatto altro che tagliare ogni anno il bilancio sempre più misero a disposizione del Ministero. Il salto di qualità è enorme, e si aggiunge a quel + 27% di fondi deciso dall’ultima Legge di stabilità.

Il miliardo non verrà sbriciolato in una miriade di piccoli interventi, ma andrà a quei grandi progetti bloccati per mancanza di fondi, questioni irrisolte che si trascinano da decenni, sogni nel cassetto rimasti buone intenzioni, oppure imprese di alto valore simbolico. Ma come si è arrivati alla definizione del pacchetto? Dal Mibact spiegano che da tempo Franceschini, tramite il Segretariato generale (retto dal 2012 da Antonia Pasqua Recchia) aveva chiesto progetti alle diverse realtà territoriali. Il criterio, non una novità per questo governo, era che fossero subito cantierabili, in stato di avanzamento o con masterplan ben delineati, come nei casi del carcere borbonico all’isola di Ventotene e dell’ex complesso militare Cerimant a Roma. Insomma non mere promesse, pie intenzioni, soldi futuri: «Le risorse, ha precisato il ministro, sono già operative, deliberate, disponibili e certe». E, continua, saranno un volano di crescita per tutto il Paese, oltre che adempiere al dettato costituzionale. 

I progetti sono sparsi in tredici regioni, dal Nord al Sud del Paese: si va dal centro storico dell’Aquila (30 milioni) per completare i restauri delle mura cittadine, del Duomo e della chiesa di Santa Maria a Paganica, a Napoli per il Museo Archeologico Nazionale (20 milioni) e il Museo di Capodimonte (30 milioni), dalla Reggia di Caserta parco compreso (40 milioni) al Museo di Paestum, agli scavi di Ercolano, in collaborazione con la Packard Foundation che vuole rafforzare la sua presenza nel sito, e di Pompei, con 40 milioni di fondi aggiuntivi ai 105 stanziati dal Grande Progetto Pompei prorogato fino al 2018.

Tra gli interventi maggiori e più interessanti i restauri del Porto Vecchio di Trieste (50 milioni), dei semisconosciuti padiglioni Cerimant, opera della scuola di Nervi nella periferia est di Roma (40 milioni), dell’ex carcere borbonico a Ventotene (70 milioni) e della Cittadella di Alessandria (25 milioni): «un posto pazzesco, si entusiasma il ministro, tutto consegnato al Mibact, su cui ci vuole una grande idea non solo locale ma nazionale per la valorizzazione». E ancora il Museo della Shoah a Ferrara, vari interventi a Bologna, 15 milioni per l’annoso problema dell’Ala di Cosenza alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna a Roma, soldi per il Museo del Palazzo Reale di Genova, la Grande Brera (40 milioni) e i Nuovi Uffizi, il Palazzo Ducale di Mantova, le Cavallerizze e i Giardini Reali di Torino col restauro dei bastioni cinque-secenteschi, del verde e nuovi percorsi, la Cittadella della Cultura di Bari, le isole Tremiti, il Nuovo Auditorium disegnato da Abdr a Firenze da completare (60 milioni), e ancora Perugia, Venezia, l’isola della Maddalena violentata dal G8 mai realizzato, 70 milioni per i monumenti terremotati del Ducato Estense, il waterfront di Genova progettato da Renzo Piano, i cammini religiosi di san Francesco e santa Scolastica e la via Francigena, la via Appia con la valorizzazione del tracciato romano fino a Brindisi, il parco archeologico dei Campi Flegrei e altro. Per alcune di queste opere gli stanziamenti non basteranno, ma daranno comunque un forte impulso. 

Un fondo di 170 milioni viene riservato a interventi d’interesse nazionale sul patrimonio culturale, a progetti comunque non inferiori ai dieci milioni l’uno. Il tutto, garantisce il ministro, con procedure di trasparenza «stile Pompei». Alla base del provvedimento, che intende cogliere il punto di svolta in corso (più biglietti di cinema, teatro e mostre venduti, più libri letti ecc.) e incentivare risorse, numeri e attenzione sui nostri beni culturali, c’è l’idea di Franceschini di valorizzare i piccoli centri, diversificare al massimo l’offerta culturale e riqualificare le periferie, anche per bloccare il consumo di suolo (di cui è stato appena approvato in prima lettura il disegno di legge). «Con il turismo culturale in forte crescita, spiega il ministro, è un obbligo assoluto: le città d’arte e i monumenti più noti già sono al limite della loro capacità ricettiva».

Federico Castelli Gattinara, 02 giugno 2016 | © Riproduzione riservata

Articoli precedenti

Tra Foro Romano e Palatino sono stati ritrovati i resti di una lussuosa dimora con una sala per banchetti a forma di grotta e uno straordinario mosaico impreziosito con conchiglie, vetri e tessere blu egizio

Si inizia con l’enigmatico scultore ateniese. Altre due monografiche saranno dedicate a Prassitele e a Skopas

Stéphane Verger nel chiostro di Michelangelo ha fatto eseguire interventi su sette teste di animali antiche (quattro di età adrianea e tre rinascimentali) e ne ha commissionata un’ottava a Elisabetta Benassi

Lo scavo condotto dalla Soprintendenza speciale di Roma ha riportato alla luce strutture in laterizio e un sontuoso apparato decorativo riconducibili a una committenza di altissimo rango, quasi sicuramente imperiale

Un miliardo per 33 grandi progetti | Federico Castelli Gattinara

Un miliardo per 33 grandi progetti | Federico Castelli Gattinara