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Trittico di lusso al 625 di Madison Avenue

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Redazione GDA

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Mentre Tefaf sbarca a New York per la prima volta e l’antiquariato della città la festeggerà con mostre ed eventi, i parigini Marie-Amélie Brimo de Laroussilhe e Nicolas e Alexis Kugel e l’italiana Alessandra Di Castro non soltanto partecipano alla fiera ciascuno con un proprio stand, ma bissano la mostra di antiquariato «puro» che organizzarono un anno fa nell’Academy Mansion (cfr. n. 357, ott. ’15, p. 54).

Dal 19 al 28 ottobre, in un ufficio di rappresentanza al 625 di Madison Avenue, da «vecchi amici» quali sono, gli antiquari mostreranno su appuntamento una cinquantina di opere di arte europea comprese in un arco cronologico di circa duemila anni, senza l’indicazione della galleria di appartenenza. «L’anno scorso abbiamo capito quali sono gli oggetti che piacciono ai collezionisti americani, che rappresentano la metà del nostro mercato, ma noi vogliamo creare una tendenza di gusto, piuttosto che assecondarlo».

I Kugel spazieranno dal Medioevo alla metà dell’Ottocento, inclusi un mirabile vaso persiano «ingabbiato» da una decorazione in bronzo dorato (1780-85) e un mobiletto «bonheur-du-jour» di René Dubois (1770 ca) che vi ha dipinto dei putti ripresi da Boucher (nella galleria di Parigi hanno in corso una mostra su una trentina di piccoli orologi in forma di animali meccanici di epoca rinascimentale; cfr. lo scorso numero, p. 45).

Brimo, che tratta opere medievali e d’alta epoca, porterà anche due raffinate placche in smalto champlevé, una raffigurante il sacrificio dell’agnello (1160-70), l’altra, di Limoges, reca applicata la figura di un apostolo (1240-50). Sua la «Madonna con Bambino» del Maestro di Francoforte (attivo ad Anversa tra il 1485 e il 1530 ca; olio su tavola, 52,8x38,5 cm). Di Castro, che esporrà opere romane tra Barocco e Neoclassicismo, esibirà una luminosa veduta di piazza San Pietro di mano di Ippolito Caffi (1845 ca). «Ci colpisce, osserva Alessandra di Castro, il dinamismo del sistema museale statunitense, la capacità di rimodellare le collezioni, sulla base anche di un elevato senso di responsabilità verso la collettività. Il privato è spesso coinvolto nel board istituzionale, nella reciprocità di interesse e di sostegno».

Redazione GDA, 09 ottobre 2016 | © Riproduzione riservata

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