Si intitola «Danny Lyon: Message to the Future» la prima retrospettiva che negli ultimi 25 anni sia stata dedicata al fotografo, filmmaker e scrittore americano, nato a Brooklyn nel 1942

Organizzata dal Fine Arts Museum di San Francisco in collaborazione con il Whitney Museum di New York, dove viene presentata in anteprima fino al 25 settembre, la rassegna espone 175 immagini (nella foto «Weight Lifters, Ramsey Unit»), i film correlati e una selezione di oggetti per fare luce sull’intero percorso di Lyon, aprendo anche le porte del suo archivio.

Appassionato ai temi sociali, comincia a lavorare quando l’approccio anticonvenzionale del New Journalism è in pieno svilippo: Lyon fotografa il mondo dall’interno, come protagonista delle realtà ai margini e delle minoranze, che racconta solo dopo essere entrato a farne parte. «Sogniamo opere d’arte e di realismo sociale che abbiano il potere di cambiare gli uomini e trasformare la società». È questo che si ritrova in tutti i suoi lavori, ormai considerati veri e propri classici.

Tra i suoi libri ricordiamo The Bikeriders in cui per 4 anni viaggia con i motociclisti del Midwest; e Conversations with the Dead, reportage per il quale trascorre 14 mesi con i detenuti delle carceri texane. Tra i film «Los Niños Abandonados» e «Little Boy».