SPECIALE VENEZIA Fabre monastico in vetro e ossa
Venezia. Quarant’anni di attività esposti nello scenario dell’Abbazia di San Gregorio e riassunti nel titolo «Jan Fabre. Glass and Bone Sculpture 1977-2017». Il ricorso al vetro è un omaggio alla città lagunare; l’uso quasi ossessivo delle ossa, di cui sono costituiti i mantelli (vuoti) dei monaci esposti, rimanda, invece alla tradizione fiamminga, di cui Fabre, nato ad Anversa nel 1958, si considera l’erede. Per ottenere gli stupefacenti effetti luminosi dei loro dipinti ad olio i maestri fiamminghi del Rinascimento erano soliti mescolare ai colori ossa triturate; Fabre reinterpreta, tecnicamente, questa pratica sostituendo l’olio con l’inchiostro blu tratto della penna a sfera Bic, che spande con le dita sulle sue sculture. Quanto alla sua filosofia, è tutta improntata al principio della metamorfosi. Esemplare in proposito l’installazione al centro del cortile, creata per l’occasione.
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