Si esprime soprattutto con la pittura (sebbene non solo con essa: nel museo di arte contemporanea della capitale, il Kiasma, si trovano un suo video e un’installazione tessile) perché, spiega, «sebbene io non mi consideri solo una pittrice, in questo momento adoro fare pittura: quando dipingo mi sento in qualche modo più viva».
Non è difficile crederle, osservando i suoi grandi quadri costruiti con larghe pennellate di colori vibranti, nei quali trasferisce in un medium tanto tradizionale qual è la pittura a olio (o acrilica) riti e miti della società attuale, alimentata da quella «cultura della posa» che da un lato induce la gran parte della gente a scattarsi selfie e a mostrarsi compulsivamente sui social media, dall’altro genera fenomeni come l’estetica dei video musicali o di moda.
Concentrata sulla figura umana come Marlene Dumas, artista da lei molto ammirata, la Hiltunen dipinge ritratti che non sono «veri e propri soggetti coscienti, ma lo specchio dell’interiorità dello spettatore che si riflette partendo dallo sfondo indefinito fino a concentrare lo sguardo sullo “pseudosoggetto”, come se questo fosse un albero, una vetta innevata».
La mostra milanese s’inaugura il 19 settembre e prosegue per un mese.
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Erika Verzutti e Formafantasma