Federico Castelli Gattinara
Leggi i suoi articoliSarà aperta per la prima volta al pubblico la Sala Clementina con le sue celle di reclusione dell’ex carcere femminile del San Michele progettato da Ferdinando Fuga, restaurata lo scorso ottobre e destinata a mostre e incontri dell’Istituto. Fino al 25 maggio ospita «Pratiche di restauro», mostra vetrina (solo visite guidate) dell’attività dell’Iscr attraverso oltre venti manufatti prima della loro definitiva riconsegna, iniziativa che riprende una vecchia tradizione dello stesso Cesare Brandi, fondatore nel 1939 dell’Istituto, che esponeva le opere appena restaurate nella Sala delle arti nella sede all’ex Convento di San Francesco di Paola.
Lo scopo di divulgazione di questi «progetti locali» è evidente: sarà lo stesso personale (restauratori, storici dell’arte, architetti e archeologi) a spiegare ai visitatori le tematiche legate alla conservazione e alla pratica di restauro, divise in sei filoni: ricerca scientifica applicata, tecniche di pulitura, supporti, lacune, rifacimenti storici e grandi danni.
Attraverso pezzi, alcuni davvero magnifici, come un grande tondo con la «Madonna con Bambino e angeli» della bottega del Botticelli, una «Madonna con Bambino e santi» del Parmigianino del 1521, un affresco con «Narciso alla fonte» del Domenichino da Palazzo Farnese, una terracotta terremotata dalle Marche, opere che spaziano tra materiali diversissimi e nel tempo, dai reperti archeologici in bronzo a una tela di Toti Scialoja del 1967.
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