Tina Lepri
Leggi i suoi articoliPisa. Convegni, progetti promessi e mai attuati, proteste vane di storici dell’arte e architetti mentre la basilica duecentesca di San Francesco a Pisa, dopo Assisi il complesso francescano più importante del Paese, continua a perdere pezzi.
Chiusa dal settembre 2015 per il crollo di una larga porzione del tetto, oggi è in pericolo la struttura stessa della chiesa. Con i suoi affreschi trecenteschi di Taddeo Gaddi e Taddeo Di Bartolo e gli splendidi dossali marmorei di Tommaso Pisano, San Francesco è l’ennesimo malato terminale dei beni culturali.
L'ultimo accorato sos per la salvare la basilica è giunto il 14 maggio da Italia Nostra a Pisa, in occasione della prima Giornata Nazionale dei Beni Comuni di Italia Nostra.
Andrea Serfogli, assessore al bilancio e ai lavori pubblici della città, ha affermato che «San Francesco, dichiarato monumento nazionale nel 1993, è finito in fondo alla lista delle urgenze del Mibact e non è stato neppure inserito nel programma triennale 2016-18 dei finanziamenti nonostante le gravissime condizioni in cui versa: oggi è completamente inaccessibile». Purtroppo, afferma l’assessore, «San Francesco non può avvalersi dell’aiuto delle Fondazioni, che sarebbero pronte a dare il loro contributo, perché si tratta di un bene demaniale e deve essere lo Stato a farsene carico». Per salvare la basilica, oggi circondata da ponteggi, servirebbero almeno 4 milioni. Secondo la presidente della sezione pisana di Italia Nostra, Ewa Karwacka Codini, il 75% delle travi del tetto, la quasi totalità del rivestimento, sconnesso e coperto di erbe e muffa, andrebbe sostituito. Nel 2015, dopo il crollo del tetto, Marta Ciafaloni, architetto della Soprintendenza ai beni architettonici e paesaggistici di Pisa, in pensione da pochi mesi, al parroco della basilica che chiedeva informazioni sui tempi del restauro, rispose: «Io sono qui da 23 anni e da sempre il tetto avrebbe dovuto essere revisionato, ma non si sono mai trovati i fondi per farlo».
La storia, drammatica, continua. Stavolta però è in gioco l’integrità di San Francesco, la sopravvivenza stessa del celebre monumento.
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