«Dancer» (1944) di Alexander Calder. © Calder Foundation New York / ADAGP, Paris

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«Dancer» (1944) di Alexander Calder. © Calder Foundation New York / ADAGP, Paris

Picasso e Calder, esploratori del vuoto

Una mostra al Musée Picasso analizza l'opera dei due artisti su questo tema

Una mostra mette a confronto Pablo Picasso e Alexander Calder concentrandosi su un tema a entrambi caro: l’esplorazione del vuoto o l’assenza dello spazio. «Calder/Picasso» si svolge dal 19 febbraio al 25 agosto al Musée Picasso per poi trasferirsi, dal 23 settembre, al Museo Picasso Málaga.

Con il museo parigino hanno collaborato la Calder Foundation di New York e la Fundación Almine y Bernard Ruiz-Picasso para el Arte (Faba), con sede a Bruxelles e Madrid. La curatela è dei nipoti degli artisti, Alexander S.C. Rower e Bernard Ruiz-Picasso, presidenti delle due citate istituzioni, in collaborazione con Laurent Le Bon, presidente del Musée Picasso Paris.

In 120 opere la mostra analizza come Picasso (1881-1973) e il pittore e scultore americano (1898-1976) inventore dei «mobile», si sono confrontati con il vuoto e il movimento. Una delle versioni della «Joséphine Baker» di Calder, realizzata in fili d’acciaio intorno al 1928, e il bronzo «Dancer» del 1944 (entrambi prestati da New York), dialogano con il «Portrait de jeune fille» di Picasso del 1936 e la «Petite fille sautant à la corde» del 1950, che assembla oggetti di ferro e legno e un cesto di vimini.

Alcuni «mobile» dell’artista americano, come «Four leaves and three petals» del 1939, sono messi in parallelo ai lavori in fil di ferro di Picasso, quali «Figure (projet pour un monument à Guillaume Apollinaire)» del 1928, e alla «Tête de taureau» del 1942, composta da una sella e un manubrio di bicicletta.

«Dancer» (1944) di Alexander Calder. © Calder Foundation New York / ADAGP, Paris

Luana De Micco, 18 febbraio 2019 | © Riproduzione riservata

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Picasso e Calder, esploratori del vuoto | Luana De Micco

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