Perché la Gioconda delude?

Il Louvre sta gradualmente riallestendo tutte le scuole nazionali ma non quella italiana: il nodo è il capolavoro di Leonardo, che tutti vogliono vedere, ma senza goderselo davvero. Come mai? Ce lo spiegano il museo e l’esperto Pietro C. Marani

Luana De Micco |  | Parigi

Al visitatore che arriva al Louvre con l’idea di percorrere il sentiero più battuto, quello che dalla Nike di Samotracia porta alla Gioconda, ci piacerebbe dire che il museo ha appena aperto delle nuove sale fresche di restauro. Il Louvre si rinnova: per ragioni tecniche di messa a norma, certo, ma anche per invitare i visitatori a uscire da quei sentieri battuti e avventurarsi in altri luoghi. Le ultime sale restaurate sono quelle della scuola olandese e fiamminga, riaperte in febbraio in concomitanza della mostra su Vermeer (fino al 22 maggio). Non venivano rinnovate dai tempi del Grand Louvre. Circa 600 quadri sono stati auscultati e in alcuni casi restaurati, come «Il cespuglio» di Ruysdael. Lungo il percorso, i capolavori di Vermeer, la «Betsabea» di Rembrandt, Rubens, Van Dyck, Jordaens. Già a novembre, il Louvre aveva portato a termine un altro cantiere, quello delle sale della scuola
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